VIDEO | Ha tenuto una relazione all'Università di Catanzaro sullo sviluppo di farmaci nei disturbi cerebrali: «Un allarme e una sfida l'aumento delle malattie neurodegenerative». E sull'intelligenza artificiale: «Non potrà mai sostituire l'uomo»
Tutti gli articoli di Cronaca
Alla sua prima volta in Calabria il premio Nobel per la medicina e docente dell'università di Stanford, Thomas Sudhof, si è detto «impressionato dalle persone che ha incontrato», ha apprezzato le strutture tecnico-scientifiche definite «eccellenti, con la possibilità di realizzare molta ricerca in collaborazione, soprattutto una grande possibilità di interazione tra la clinica e la ricerca di base che è uno degli elementi per i quali ci potranno essere degli sviluppi interessanti».
Tappa all'Università Magna Grecia
Insignito del Nobel nel 2013 ha tenuto questa mattina all'Università Magna Grecia di Catanzaro una relazione sui progressi nella biotecnologia, le innovazioni che guidano la scoperta di farmaci nei disturbi cerebrali. A margine dell'iniziativa ha concesso qualche commento sugli sviluppi nell'ambito della ricerca che, dal suo punto di vista, «aprono delle strade significative sia per quanto riguarda lo sviluppo delle conoscenze che anche riguardo le possibilità di intervento nelle malattie più importanti da quelle neurologiche a quelle neurodegenerative».
«Sta diventando di interesse per la maggior parte delle società scientifiche in tutto il mondo il fatto che ci sia un aumento delle malattie neurodegenerative e quindi un allarme e una sfida dal punto di vista della ricerca ma che sotto il profilo socio-economico». Sull'applicazione dell'intelligenza artificiale in ambito medico ha chiarito che «è un mezzo per raggiungere gli obiettivi e sicuramente nel campo della ricerca è sicuramente importante. Tuttavia, i mezzi - ha aggiunto - aiutano a raggiungere migliori obiettivi ma non possono sostituire quello che è il contributo dell'intelligenza umana». Ha, infine, manifestato «massima disponibilità e a fornire il massimo supporto che possa essere necessario per crescere ulteriormente».
Gli interventi
Grande soddisfazione è stata espressa dal professor Vincenzo Mollace: «Ricorrono i dieci anni di vita del corso di dottorato in Scienza della vita, completiamo oggi con la lecture del premio Nobel. Dieci anni significativi e contrassegnati anche da eventi importanti, quali il covid. Potete immaginare, quindi, come un dottorato come il nostro sia estremamente interessato a costruire dei percorsi anche di internazionalizzazione. La cosa più interessante è la presenza della popolazione giovanile, dagli studenti ai dottorandi. Noi lavoriamo per questo e siamo davvero contenti. Thomas Sudhof è il quinto premio Nobel che abbiamo la possibilità di portare all'interno di questo contesto, è il modo migliore per avvicinare i giovani alla ricerca, provare a farli rimanere da noi».
«È una giornata davvero emozionante per il nostro ateneo» ha aggiunto il rettore dell'Umg, Giovanni Cuda. «Potete immaginare quanto sia privilegiato dall'accogliere una personalità come Thomas Sudhof che è tra le menti più brillanti che il mondo della ricerca e delle medicina ha dato negli ultimi anni. Rappresenta il paradigma di quello che dovrebbe essere un ricercatore, un medico, una persona con una profonda conoscenza clinica che utilizza questo suo background per studiare le patologie dal punto di vista molecolare e meccanicistico. Cerca di comprendere quello che succede, nell'ambito delle neuroscienze, e i risultati della sua ricerca sono alla base di una serie di trattamenti che attualmente sono in corso in diverse patologie. Un grande onore per noi, siamo molto felici di poterlo ospitare nel nostro ateneo».