Nessun campanello o citofono da suonare, nè cassette da riempire. A Ragonà, sperduta frazione di Nardodipace a cavallo tra le serre e la Locride, a consegnare la posta tutti i giorni c’è Raffaele, a cui basta un grido di battaglia per farsi riconoscere dai pochi residenti. Il suo giro inizia di buon mattino: prima lo smistamento della corrispondenza in ufficio, poi il viaggio in auto fino all’ingresso della borgata fatta di vicoli e sentieri da percorrere a piedi tra case diroccate, di cui il postino conosce insidie e segreti.

Come quello della vecchia funivia, adesso arrugginita e fuori uso, che un tempo serviva per il trasferimento di materiale da una parte all’altra della montagna. «Tanti anni fa – racconta Raffaele – serviva come mezzo di scambio e di commercio, nonché di comunicazione tra le due parti della frazione. Adesso è stata realizzata una stradina, ma è accessibile solo a piedi».

Raffaele è diventato nel tempo un’istituzione al servizio dei cittadini, con i quali da anni è riuscito a instaurare un rapporto sereno e collaborativo. «La corrispondenza è uguale a quella delle grandi città – spiega – dalle bollette telefoniche a quelle della luce. Nell’ultimo periodo c’è da registrare un buon incremento dei pacchi Amazon. Qui, in questo posto un po' isolato, la gente si affida spesso all’e-commerce per acquistare qualsiasi cosa». Tra qualche mese lo storico portalettere andrà in pensione, un passo per cui emotivamente non si sente ancora pronto. «Un po' mi dispiace perché è un lavoro che ho sempre svolto con passione. Mi mancherà il colloquio quotidiano con le persone, quel piacere di portare la posta che i cittadini aspettano con ansia, e non mi riferisco solo alle bollette da pagare».