La fonte è l’ultimo bollettino ufficiale emanato dalla Regione: i casi positivi da Covid 19 attivi in Calabria sono 6.354 pari allo 0,32% della popolazione complessiva. Di questi 223 sono i ricoverati, ovvero il 3,5% dei positivi, di cui 21 in terapia intensiva.

Il mistero dei numeri

Quali siano invece i numeri in possesso di Nino Spirlì, è un vero mistero. Ma devono essere di inaudita gravità, tanto da spingere il presidente facente funzioni, al culmine di un videomessaggio dal tenore drammatico, al limite del terrorismo psicologico, divenuto virale tra le chat dei genitori, ad assumere un impegno con i cittadini: «Non consentirò che nessun bimbo calabrese arrivi in terapia intensiva».

Una promessa solenne, messa anche per iscritto su un manifesto contrassegnato dal simbolo del suo partito, tanto per ribadire che questa battaglia della sospensione delle lezioni in presenza, consumata sulla pelle dei più piccoli e facendo leva sui timori delle famiglie, è proprio di natura politica e non riconducibile, come sostenuto da qualche calunniatore, ad un non meglio specificato trauma patito dall’esponente leghista tra i banchi di scuola.

I contagi tra minori

Mistero anche sul numero dei contagi tra i minori. Spirlì parla di scuole falcidiate dal coronavirus, dal Pollino allo Stretto. E allora che si faccia un elenco di questi novelli lazzaretti, tanto per trasparenza e per capire dove sia la verità: se nelle parole del governatore per caso o nelle statistihe delle Aziende Sanitarie. Quella di Cosenza ad esempio, registra negli ultimi 30 giorni, 235 casi di positività alla Sars-Cov 2 tra soggetti di età compresa tra zero e 18 anni, pari allo 0,6% del totale. Un po’ pochi per mettere in ginocchio il sistema della pubblica istruzione.

Chiudere le scuole 

Ma l’obiettivo rimane quello di chiudere le scuole. Costi quel che costi. E pazienza se i dati non siano in questo senso confortanti, tanto per usare lo stesso termine impiegato dal presidente. L’importante è seminare la paura e generare un clima di apprensione sufficiente a giustificare l’ordinanza che Spirlì si accinge ad adottare, con l’avallo dell’Unità di crisi di cui ha provvidenzialmente proceduto a rinnovarne la composizione giusto una settimana fa.

L’appiglio contro il Tar

Il parere dell’organismo, insieme all’allarme generato dalla scoperta degli 11, diconsi undici, casi di variante inglese, resi noti martedì secondo una precisa strategia, saranno l’appiglio, la pezza d’appoggio con cui il facente funzioni tenterà di neutralizzare la giustizia amministrativa ed evitare un’altra sonora bocciatura nel più che prevedibile contenzioso legale che scaturirà dall’adozione del provvedimento.