Non è passato inosservato ai vertici del Grande Oriente d’Italia – la comunione massonica principale del Paese e che conta il maggior numero di iscritti – il coinvolgimento del “fratello” Rocco Gramuglia, 54 anni, segretario del prefetto di Vibo Valentia, nell’inchiesta antimafia denominata Olimpo condotta sul “campo” dalla polizia con il coordinamento della Dda di Catanzaro. Rocco Gramuglia – finito agli arresti domiciliari – è accusato del reato di rivelazione di segreti d’ufficio (unitamente ad altro funzionario della Prefettura, Michele La Robina, anche lui ai domiciliari) in favore dell’imprenditore Costantino Trimboli, la cui società è stata poi destinataria di un’interdittiva antimafia. Appresa la notizia del coinvolgimento di un iscritto al Goi, il Gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, con decreto n.400/SB ha sospeso Rocco Gramuglia – appartenente alla loggia “Pitagora – 29 Agosto” di Palmi – da “ogni attività massonica a tempo indeterminato”. Tale decreto è stato trasmesso sia all’ufficio del Grande Oratore, per darne notizia al diretto interessato (Rocco Gramuglia), sia alla loggia di appartenenza così come alla Giunta dell’Ordine, ai presidenti dei collegi circoscrizionali e alla Gran segreteria del Goi.

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Da ricordare, infine, che nell’inchiesta Olimpo, oltre a Rocco Gramuglia e Michele Larobina (domiciliari), è indagata a piede libero (rivelazione di segreti d’ufficio) pure Saveria Angiò, 54 anni, di Tropea, altra dipendente della Prefettura di Vibo nonché cognata del boss Tonino La Rosa con cui avrebbe concorso nel reato ipotizzato.