Dopo l’euforia per la nomina di Vibo Capitale italiana del libro 2021, tocca fare i fatti, realizzare gli eventi, le iniziative, gli appuntamenti culturali. Ma non solo: si deve anche decidere con quali compagni si vuole intraprendere questo viaggio che dovrà portare la città capoluogo alla ribalta nazionale e dare, si spera, un ritorno di immagine positiva dell’intero territorio provinciale. Ecco perché il Ministero della Cultura, guidato da Dario Franceschini, tiene alta la guardia su ciò che fa e farà l’amministrazione comunale di Vibo Valentia e, quindi, se ha dubbi vuole vederci chiaro.

Tant’è che tra informazioni ricevute, contatti informali, telefonate, documenti approdati nella Capitale, alla fine si è stabilito di volere andare a fondo. Scavare e controllare, verificare. E ciò che al dicastero romano non avrebbero affatto gradito è soprattutto l’esclusione, da parte degli inquilini di Palazzo Luigi Razza, delle scuole del capoluogo (di ogni ordine e grado) dalla programmazione delle attività che si intendono portare avanti nell’ambito di a Vibo capitale del libro. In pratica, gli istituti scolastici sarebbero stati messi alla porta dai vertici comunali. Una scelta che – come vedremo – sarebbe risultata fatale sulle ultime decisioni assunte dal ministro.

L’arrivo del delegato

A questo punto, dunque, meglio intervenire in anticipo ed evitare problemi in futuro. Detto, fatto: l’entourage del ministro si è immediatamente attivato e nei giorni scorsi ha fatto arrivare in città Angelo Piero Cappelli, responsabile del Centro per il libro e la lettura dello stesso ministero, il quale – da quanto trapelato – è sceso a queste latitudini per avviare una serie di incontri con il mondo della scuola locale. Due le riunioni avute con altrettanti dirigenti scolastici della città. Non sappiamo – in entrambi i casi – cosa abbiano riferito i presidi e cosa abbia potuto chiedere il delegato del ministero. Ma – da quanto appreso – la relazione di Cappelli potrebbe essere stata già stilata e inviata sul tavolo del ministro Franceschini, il quale farà le sue valutazioni. L’obiettivo della visita, molto probabilmente, potrebbe essere stato da un lato quello di cercare di capire le ragioni del mancato coinvolgimento delle scuole e dall’altro quello di individuare un percorso, insieme a tutti i dirigenti scolastici, per promuovere il libro e la lettura. La scuola, insomma, per il ministro Franceschini deve essere una protagonista di Vibo Capitale del libro e non una sua ancella.

Altro nel mirino

Ma non basta. C’è dell’altro e questa volta non riguarda il metodo ma il merito delle scelte. A Roma, infatti, sempre secondo quanto appreso, nel mirino sono finite anche le attività di Vibo Capitale del libro: quanto inserito, infatti, nel programma predisposto dall’amministrazione avrebbe convinto poco i vertici del dicastero romano che, evidentemente, è stato considerato poco attinente rispetto alla importante nomina ricevuta dal capoluogo. Ma su tale punto al ministero – al momento – sembra che non non sia stata assunta alcuna decisione di rilievo. Ci si è limitati a prendere atto.

Prima la gioia ora i timori

Lo stesso ministro, dunque, che appena qualche settimana fa ha gioito da remoto, non mancando di complimentarsi con il sindaco Maria Limardo, non appena la giuria ha decretato la vittoria di Vibo Valentia a Capitale italiana del libro, adesso, verosimilmente, teme che la sua amministrazione non sia capace di svolgere il compito che le è stato assegnato: ossia lavorare per l’inclusione nel progetto di Vibo Capitale del libro di fondamentali agenzie formative presenti nel territorio, diffondere la lettura (leggere scuole) e tracciare di conseguenza un programma che sia all’altezza del ruolo che la città di Vibo Valentia ha conquistato con tenacia e determinazione e grazie soprattutto a una idea progettuale (da realizzare poi con il calendario di eventi) che è tanto piaciuta ai componenti della giuria. Da qui la decisione del ministro di inviare in avanscoperta un suo delegato e verificare de visu lo stato delle cose. Poi si faranno le opportune riflessioni e, se è il caso, si deciderà.