"Anche Cutro è un comune italiano", "il governo arriva, i morti restano": non hanno fatto in tempo a farsi vedere dai diretti destinatari le scritte che qualcuno, durante la notte, aveva disegnato con vernice spray su un muro a poche decine di metri dall'ingresso di Cutro. Quando ancora il corteo con i rappresentanti del governo Meloni era lontano dalla cittadina teatro dell'ennesima strage del mare, una manina - forse la stessa che ha riempito le vie cittadine di netturbini e la spiaggia teatro del disastro di operai per spianare la mulattiera che porta verso l'arenile - ha cancellato alla meno peggio quelle frasi un po' irriverenti ma che rendono bene il clima che si respira in un  paese ora blindato e che attende l'arrivo della premier, giunta in Calabria a quasi due settimane di distanza dal disastro. "Cutro e la Calabria come Afghanistan e Pakistan, abbandonati a se stessi" dice una delle scritte ripassate di nero: un'analogia amara che, forse, non avrebbe dovuto essere cancellata.