‘Ndrangheta stragista, il procuratore aggiunto Lombardo punta sul comitato d’affari fatto di mafia, massoneria deviata e pezzi dello Stato. Ed emerge il ruolo dei calabresi per risolvere problemi giudiziari
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«L’alta mafia di Palermo si rivolse alle famiglie di ‘ndrangheta di Bova Marina e Gioia Tauro per l’aggiustamento dei processi che riguardavano i Graviano. Uno dei territori di più alta mafia come Palermo, dunque, deve rivolgersi a un paesino pressoché sconosciuto. Ecco qual è la forza della ‘ndrangheta calabrese. Ecco la chiave di lettura che dobbiamo dare. La verità giudiziarie si raccontano leggendo le sentenze». Così si è espresso il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo nel corso della requisitoria del processo ‘Ndrangheta stragista, in corso davanti alla Corte d’Assise di Reggio Calabria e che vede imputati il boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone quali mandanti degli agguati ai carabinieri nel periodo stragista.
La massoneria calabrese è quella che conta
Per il procuratore Lombardo «con la mammasantissima, l’alta ‘ndrangheta era espressione dei circuiti massonici che contano. Ciò conferma la sinergia fra cosa nostra, ‘ndrangheta e massoneria irregolare o deviata. E non è altro che il modello voluto e gestito per decenni da Licio Gelli. Questo ce lo spiega Virgiglio quando ci dice di non criminalizzare i massoni». Ed è all’interno di quella componente massonica, impastata di ‘ndrangheta, mafia e pezzi deviati dello Stato che si annida l’origine di quella strategia stragista, rimarca il pubblico ministero.
Gli incontri per aggiustare i processi
Lombardo ricostruire l’incontro avvenuto nel 1999, quando i Graviano sono interessati da problemi giudiziari e hanno la necessità di ottenere aggiustamenti dalla ‘ndrangheta. Riprende le parole del pentito Sergio Tranchina che racconta l’incontro avvenuto in Calabria (tramite Piromalli e Vadalà), che riscontra ulteriormente le parole del collaboratore Cannella, quando riporta il pensiero di Ciancimino, il quale sosteneva che i rapporti più alti con la massoneria sono in Calabria, anche per le decisioni giudiziarie.
«Retrodatato al 1999 il tentativo di aggiustamento processuale di cui Tranchina era testimone e protagonista, si può apprezzare – spiega Lombardo – come i tre collaboratori facessero riferimento a due episodi che però facevano parte di un’unica strategia corruttiva che i Graviano continuavano ad attuare attraverso le più alte espressioni della ‘ndrangheta. Ma aggiustare i processi è uno dei progetti più ambiziosi del comitato d’affari ‘ndrangheta-cosa nostra- pezzi di istituzioni. Il rapporto con gli amici calabresi, in relazione alla capacità di ottenere sostegno, è un profilo altissimo nel momento in cui viene contestualizzato. Ma aggiustare i processi è uno dei progetti più ambiziosi del comitato d’affari ‘ndrangheta-cosa nostra- pezzi di istituzioni. Il rapporto con gli amici calabresi, in relazione alla capacità di ottenere sostegno, è un profilo altissimo nel momento in cui viene contestualizzato».
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