L'Associazione dei consumatori: «Le Residenze pretendono il compenso dai degenti affetti da Alzheimer, demenza senile, con handicap intellettivo grave, malati cronici non autosufficienti o con rilevanti disturbi psichiatrici mentre dovrebbero gravare sul Servizio Sanitario»
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Il Codacons punta di nuovo il dito contro la Regione Calabria. Questa volta di mezzo ci sono i malati più fragili, tra i quali quelli affetti da Alzheimer, ospitati nella Rsa. «Abbiamo intrapreso un’azione giudiziaria contro la Regione Calabria per porre fine a comportamenti intollerabili in danno di soggetti fragili e, conseguentemente, affinché sia imposto a tutte le strutture operanti di procedere all’immediata ripetizione in favore delle famiglie dei degenti, di quanto illegittimamente riscosso negli ultimi dieci anni, pena la revoca dell’accreditamento».
«La Regione non può far cassa sulla sofferenza e favorire i privati. Bisogna smettere di strangolare famiglie che già pagano il peso della malattia e restituire il maltolto. E per le strutture che non si adeguano si dovrà procedere alla revoca dell’accreditamento» accusa l’associazione. Il quid è dato dal fatto che è «i costi per l’assistenza di malati gravi in una struttura, sono totalmente a carico del servizio sanitario e, pertanto, non può essere imposto ai familiari dei pazienti di pagare le rette».
Cosa che, invece, avviene in Calabria. «Le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) pretendono il pagamento delle ‘rette’ di ricovero dai degenti affetti da Alzheimer, demenza senile, degenti con handicap intellettivo grave, malati cronici non autosufficienti o con rilevanti disturbi psichiatrici e autonomia molto limitata nonché affetti da altre patologie gravi, ovvero dalle loro famiglie», afferma il Codacons secondo il quale è «evidente come tale onere economico debba gravare, per intero, sul Servizio Sanitario e, conseguentemente, come non vi sia alcun onere in capo alle famiglie dei malati».
Ad rendere opaca la questione, secondo l’associazione di tutela dei consumatori, è il fatto che «la gravità di alcune patologie finisce per rendere impossibile distinguere tra le prestazioni socio-assistenziali e sanitarie. Per queste persone, viste le loro terribili condizioni, tutto è di rilievo sanitario – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – e, conseguentemente, a carico del servizio sanitario. Eppure le famiglie sono costrette a pagare ben oltre mille euro al mese. A ciò si aggiunge un comportamento assolutamente censurabile da parte di alcune strutture che impongono ai familiari dei degenti la sottoscrizione di un impegno al pagamento delle ‘rette’».
«In buona sostanza - chiarisce Di Lieto - si pretende dai familiari dei malati di assumersi un onere che non compete loro. Quanto accade in Calabria è davvero abominevole. Riteniamo sia illegittimo voltare lo sguardo mentre si lucra sul dolore dei parenti nel silenzio generale. Eppure in Calabria si fanno salti mortali quando si tratta di favorire la sanità privata».