La Cassazione ha detto l'ultima parola sul differimento della pena concesso per motivi di salute all'anziano Re del pesce, condannato in via definitiva per associazione mafiosa: resterà ai domiciliari
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La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso con cui la Procura generale di Sassari chiedeva di aggravare la misura cautelare di Franco Muto: l'anziano Re del pesce, dunque, non tornerà in carcere, ma continuerà a espiare la sua pena in regime di detenzione domiciliare.
Si trattava dell’ultimo tentativo a disposizione degli inquirenti, considerato che lo scorso luglio anche il Tribunale di sorveglianza della città sarda si era espresso in termini analoghi a quelli dei giudici romani. A settembre del 2022, infatti, Muto torna dietro le sbarre a seguito della condanna definitiva per associazione mafiosa incassata nell’ambito del processo “Frontiera”.
Finisce nel penitenziario sardo, ma cinque mesi dopo i giudici di sorveglianza gli concedono il differimento della pena per motivi di salute, accogliendo l’istanza presentata dal suo avvocato Michele Rizzo. Già allora era noto che la sua posizione sarebbe stata riconsiderata in un futuro prossimo, cosa che in effetti è avvenuta senza modificare lo stato delle cose.
Il boss, dunque, resterà ai domiciliari nella sua abitazione di Cetraro. L’idea dei magistrati inquirenti è che fosse ancora «socialmente pericoloso» e che le sue condizioni di salute fossero tutt’altro che incompatibili con il regime carcerario.