Con i suoi 800 chilometri di costa, le colline, le grotte e i parchi naturali, la storia millenaria, la cultura culinaria e i borghi dell'entroterra che sembrano presepi, la Calabria entra di diritto non solo tra i posti più belli e turisticamente appetibili d'Italia, ma del mondo intero. Cartina alla mano, potrebbe vivere di turismo 12 mesi all'anno e diventare tra le regioni più ricche, invece la fuga dei giovani da questa terra è un fenomeno costante, la 'ndrangheta continua a sguazzare nella povertà e gli imprenditori balneari non riescono a scorgere nemmeno la metà dei 9 milioni di turisti all'anno che vede la politica. L'altra metà ci sono e sono bagnanti, di quelli che invadono le nostre coste, appunto, unicamente per immergersi nelle acque, che vivono in 10 o in 15 nello stesso appartamento e che la salsa di pomodoro, altrove, la pagano sempre di meno. In questi anni gli sforzi per alzare il livello di qualità del turismo e per attirare un maggior numero di visitatori sono stati numerosi, ma gira e rigira alla Calabria mancano ancora le basi per costruire un futuro solido e, nonostante lamentele e promesse, ogni anno si ripresentano gli stessi problemi, che nessuno sembra poter risolvere.

I rifiuti lungo la ss 18

La strada statale 18 Tirrena Inferiore è una delle strade principali del sud Italia e collega la Campania alla Calabria. Chi sceglie come meta estiva la costa tirrenica, la percorre quasi certamente dopo aver lasciato l'autostrada A2 agli svincoli di Lagonegro o Lauria. Ma quest'anno, esattamente come tutti gli altri, la prima cosa che vedranno i turisti che si apprestano ad entrare nella nostra regione, sono i cumuli di rifiuti di ogni genere e specie lasciati lungo gli argini della strada e soprattutto nelle aree di sosta. Incivili, residenti e non, si liberano così dei sacchetti dell'immondizia che per ragioni incomprensibili sottraggono alla raccolta differenziata.

Basta percorrere il primo tratto della ss 18 in territorio calabrese per capire che il fenomeno è inarrestabile e rischia di compromettere gravemente la stagione turistica, oltre a rappresentare un chiaro pericolo per la salute pubblica. I sacchetti, circondati di vermi e insetti, rimangono incustoditi sull'asfalto anche per settimane.

Altrove il problema si è arginato con controlli mirati e l'installazione dei sistemi di video sorveglianza e le foto trappole hanno già consegnato alle forze dell'ordine numerosi incivili, ma nelle città-perla del Tirreno, tranne qualche rara eccezione, di telecamere neanche a parlarne. E così, mentre gli amministratori si preoccupano di mostrare sui social le acque cristalline, che tanto cristalline poi non sono, i turisti vengono accolti con uno spettacolo indecente.

Mare pulito?

L'Arpacal, l'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, ha detto che si può star tranquilli, il 95% delle acque calabresi gode di buona salute. Comprese quelle eccellenti e meritevoli di bandiera blu nell'area di Fiuzzi a Praia a Mare, che confinano con i 1500 metri di acque da tre anni interdette alla balneazione per inquinamento, chiaramente nella stessa cittadina.

Ma più dei numeri e delle statistiche, parlano le immagini, precisamente quelle che circolano di continuo sui social e che a fronte degli ottimistici dati istituzionali, rivelano la presenza di sporcizia e liquami un po' ovunque. Se si escludono polline, correnti marine e mareggiate, ci si renderà conto che ancora oggi, nonostante gli ingenti investimenti, i depuratori della costa tirrenica hanno ancora qualche problema. Non solo, il problema è rappresentato anche dagli scarichi abusivi, dai materiali di ogni genere che finiscono nei fiumi e nei mari per mano dell'uomo. Anche qui lo spettacolo è indecente e ben documentato sul web, ma nemmeno per questo si muove foglia. In compenso, da una punta all'altra della regione, si offre una variegata scelta di sagre.