Nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Procura di Catania vengono contestati 18 eventi che hanno portato sulle coste siciliane e calabresi migliaia di migranti. Stimati introiti per oltre 30 milioni di euro
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«I trafficanti erano al corrente della strage di Cutro, tant'è che ne parlavano», ma non erano loro gli organizzatori. Lo ha detto il procuratore di Catania, Francesco Curcio, a margine della conferenza stampa sull'operazione 'El rais'.
Organizzazioni criminali sempre in contatto
«In realtà - ha aggiunto - ci siamo accorti da queste indagini che esiste un network di queste associazioni che si tiene in contatto stabile, tant'è che in tempo reale quando succede la terribile vicenda di Cutro viene commentata dai nostri indagati che evidentemente sapevano che in quel momento un'altra organizzazione stava sviluppando questo viaggio finito tragicamente».
L’inchiesta El rais
Nell’ambito dell’inchiesta 'El rais' vengono contestati 18 eventi migratori, dal 2021 al 2023, che hanno visto l'arrivo di migliaia e migliaia di migranti lungo le coste siciliane e calabresi.
In Turchia è stato arrestato il presunto capo dell'associazione, l'egiziano Assad Ali Gomaa Khodir, detto Abu Sufyen, ritenuto uno dei principali player di questo sistema di trasbordo di migranti dall'Asia minore all'Europa. Secondo stime della Dda della Procura di Catania, realizzate sulla base degli indizi raccolti, l'organizzazione avrebbe «favorito l'ingresso clandestino in Italia di almeno tremila persone a partire dal 2021 a oggi, con introiti stimati, per il sodalizio criminale, di almeno 30 milioni di euro».
Sono sette le persone fermate e arrestate, mentre otto persone, indagate in territori extra Ue sono sfuggiti all'esecuzione dell'ordinanza cautelare emessa dal gip.
Il reclutamento di skipper professionisti in Egitto
Tra gli arrestati il presunto capo dell'organizzazione che è stato catturato a Istanbul dove si era stabilito per eludere un mandato di arresto emesso dall'Egitto per gli stessi reati contestati adesso, per cui era stato condannato a 10 anni di reclusione. Le indagini erano state avviate dalla Squadra mobile di Siracusa dopo l'arresto di tre stranieri, ritenuti gli scafisti della barca a vela con a bordo migranti arrivata nel porto commerciale di Augusta. È emersa l'esistenza di una struttura che reclutava skipper professionisti in Egitto, che gestiva la logistica dei migranti provenienti prevalentemente da Medio Oriente e Africa (siriani, afghani e palestinesi) e il loro successivo 'trasporto' verse le coste italiane a bordo di imbarcazioni a vela appositamente reperite, lunghe 12-15 metri che avrebbero potuto portare 20-25 persone, ma sulle quale venivano stipate un numero di migranti anche 7-8 volte maggiore.
Il contatto tra migranti
Secondo quanto ricostruito dall'inchiesta, «il contatto tra i migranti veniva tenuto a Istanbul» ha spiegato il procuratore Curcio, «l'organizzazione aveva una sua rete di persone». «Non abbiamo tracce telematiche di questi contatti - ha osservato il magistrato - quindi riteniamo che questo avvenisse attraverso un passaparola importante perché il soggetto di cui parliamo dalle indagini sembrerebbe che da dieci anni, almeno 10 anni, operava a Istanbul».