Con le scuole chiuse a causa dell’emergenza coronavirus, la didattica a distanza tramite dispositivi elettronici, è una scelta obbligata. Eppure qualche alunno rischia di rimanere indietro. La crisi economica morde già da prima, nelle famiglie tanti soldi da spendere non ce ne sono. E non tutti possiedono un tablet o un pc.

«Ho già inoltrato la richiesta per l'acquisto dei pc, ma per non perdere ulteriore tempo, ho deciso di smantellare i laboratori della scuola e le aule 3.0, recuperando 50 tra tablet e computer».

Mimma Cacciatore, è la dirigente della scuola Don Bosco di Vibo Valentia. È conosciuta come la preside coraggio, un titolo acquisito nella trincea di San Luca, quella che i sociologi indicano come il cuore della 'ndrangheta che - anche grazie alla scuola - negli ultimi anni ha trovato il suo riscatto.

 

Cacciatore, per andare incontro ai ragazzi che più hanno bisogno di aiuto, ha chiesto supporto all’Arma dei Carabinieri, che ha risposto presente alla chiamata. Stamattina dieci equipaggi provenienti da diverse stazioni della Benemerita si sono presentati a scuola per prelevare e consegnare i computer ai bambini.

Auto schierate davanti alla scuola, sullo sfondo piazza Municipio con la bandiera italiana ad incorniciare uno dei momenti più simbolici e significativi di questa emergenza, che vede nei carabinieri non solo come un baluardo di legalità, ma sempre più vicini ai cittadini, e oggi più che mai ai bambini.

 

Alla consegna hanno assistito il comandante provinciale dell’Arma Bruno Capece, ufficiali e sottufficiali. «Oggi - spiega il comandante della Compagnia di Vibo Valentia, Gianfranco Pino - distribuiremo i device ai bambini che avranno così la possibilità di frequentare le video lezioni. Un servizio particolare il nostro, ma non unico nel suo genere, non straordinario. Tantissimi altri carabinieri in tutta Italia si stanno prodigando per aiutare la popolazione in questo particolare momento di difficoltà».

 

Si parte così per le consegne. I carabinieri bussano alla porta. È una dolcissima bambina di colore la prima ad avere il tablet per le lezioni. È emozionata. Ringrazia il carabiniere, stringe a sé quell’oggetto tanto desiderato che le permetterà di collegarsi con i suoi compagni e studiare.

«Mia figlia è intelligentissima», dice orgoglioso il padre, di origini marocchine residente da anni a Vibo Valentia.

Poi si riparte per un'altra consegna. Un'altra bimba che riceve il suo dispositivo e, ancora, ringrazia gli uomini in divisa che con il loro gesto semplice, ma dal profondo significato, anche nei giorni del coronavirus, le consentono di poter studiare come gli altri suoi compagni.