Per uno dei due gruppi criminali coinvolti nel blitz, in poco meno di 6 mesi documentati 21 trasporti e consegne di ingenti quantitativi di cocaina (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Una seconda operazione antidroga, dopo quella scattata sempre stamani, ha coinvolto la Sicilia e la Calabria con altri 23 arresti. Le indagini a Catania sono partite da un ferimento a colpi di pistola e da un tentativo di omicidio e sono sfociate stamane in 28 provvedimenti restrittivi eseguiti dalla Polizia di Stato, nell'ambito di una operazione, denominata 'Blanco', coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Coinvolti presunti componenti di due organizzazioni criminali dedite al traffico di cocaina e marijuana sull'asse Sicilia - Calabria.
Traffico di droga Calabria-Sicilia
Secondo quanto accertato, il primo gruppo trafficava in cocaina ed aveva la propria base operativa nel quartiere di San Giovanni Galermo. Il secondo era dedito al traffico di marijuana ed aveva la propria base operativa nel quartiere di San Berillo Nuovo. La Squadra Mobile della Questura di Catania è stata coadiuvata da personale delle Squadre Mobili della Questure di Reggio Calabria, Salerno e Agrigento. Ventidue le persone finite in carcere. Una è stata posta agli arresti domiciliari, due hanno l'obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria e tre sottoposti alla misura cautelare dell'obbligo di dimora.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso al termine di indagini, coordinate dalla Dda e svolte dalla Squadra Mobile tra l'ottobre del 2018 e l'agosto del 2019, iniziate in seguito del ferimento a colpi d'arma da fuoco di Anthony Scalia, di 20 anni, avvenuto la sera del 30 settembre del 2018, e del tentativo di omicidio commesso la sera del 12 novembre del 2018 ai danni di Giuseppe La Placa, di 43 anni, ritenuto appartenente al clan mafioso Cappello - Bonaccorsi. All'indomani del ferimento Scalia fu arrestato perché trovato in possesso di 675 grammi di marijuana.
I nomi degli arrestati
Nell'ambito dell'operazione 'Blanco' condotta dalla Polizia di Stato a Catania sono finiti in carcere:
- Carmelo Bellomia, di 39 anni,
- Salvatore Carlino, di 32,
- Michele Cosentino, di 71,
- Salvatore Curto, di 39,
- Maria Polsia Francesca D'Agostino, di 29,
- Francesco Falduto, di 49,
- Lorenzo Ferlito, di 54,
- Giuseppe Fontanarosa, di 25,
- Michele Fontanaarosa, di 65,
- Cristofaro Angelo Fuselli, di 65,
- Salvatore Gulluni, di 46.
Custodia cautelare in carcere
- Maryna Kvak, di 41 anni,
- Mykola Kvak, di 24,
- Francesco Ieni, di 40,
- Andrea La Della, di 42,
- Francesco Minnici, di 34,
- Giovanni Minnici di 56,
- Alessandro Robortella di 29,
- Maurizio Salici di 37,
- Emanuele Sapia di 29,
- Lorenzo Michele Schillaci di 54,
- Giuseppe Viola, di 36.
Le altre misure
Agli arresti domiciliari è stato posto Domenico Schillaci, di 75 anni. Hanno l'obbligo di dimora nel Comune di residenza e di presentazione alla Polizia Giudiziaria Roberta Brizzi, di 26 anni, e Salvatore Simone, di 39. Hanno obbligo di dimora nel Comune di residenza Andrea Brunetto, di 43 anni Salvatore Caruso, di 26, e Arbi Dridi, di 26.
Le forniture di droga dalla Locride
I principali membri del primo gruppo associazione sarebbero stati i catanesi Lorenzo Michele Schillaci e Michele Fontanarosa e il trafficante calabrese Giovanni Minnici. Questi ultimi, operando insieme agli altri membri del gruppo criminale sia a Catania che in Calabria (nella zona della Locride) ogni settimana sarebbero riusciti a far giungere a Catania e nell'Agrigentino ingenti forniture di cocaina avvalendosi di svariati corrieri. In merito a questo gruppo sono stati documentati in poco meno di sei mesi 21 trasporti e consegne di ingenti quantitativi di cocaina e sono stati arrestati in flagranza di reato vari corrieri, ai quali sono stati sequestrati 21 kg di cocaina destinati al mercato catanese.
I legami coi narcos calabresi
La seconda organizzazione avrebbe avuto i suoi principali membri in Francesco Ieri, storicamente legato al clan mafioso Pillera - Puntina e nel trafficante calabrese Alessandro Robortella. Questi, operando congiuntamente agli altri membri del gruppo criminale, settimanalmente avrebbero fatto giungere a Catania ingenti forniture di marijuana che venivano poi rivendute a vari grossisti catanesi. Le indagini su tale seconda compagine criminale hanno consentito di documentare svariate consegne di ingenti quantitativi di marijuana provenienti dalla provincia di Reggio Calabria che si consumavano nel quartiere di San Berillo Nuovo. L'associazione inoltre si dotava di armi da sparo per presidiare il proprio traffico di stupefacenti da eventuali ingerenze da parte di gruppi rivali. La Polizia di Stato durante le indagini ha sequestrato 23 chili di marijuana e ha arrestato alcuni membri del gruppo criminale, tra cui lo stesso Ieri, sequestrando al contempo varie armi da fuoco, munizioni e silenziatore.
Le armi nascoste al cimitero
Durante le indagini in un loculo del cimitero di Catania gli agenti dalla Squadra Mobile hanno trovato un sacco utilizzato per il trasporto delle salme con dentro una pistola mitragliatrice con la matricola cancellata, una pistola semiautomatica calibro 7.65 anch'essa con la matricola cancellata, una pistola semiautomatica Colt Super 38 Automatic e munizioni di diverso calibro, anche da guerra. In un parcheggio di via Della Bainsizza gli agenti trovarono inoltre una pistola semiautomatica calibro 44 Magnum con la matricola cancellata e completa di caricatore con sei proiettili, un revolver Smith Wesson calibro 357 Magnum con sei proiettili ed un giubbotto antiproiettile.