Il procuratore è intervenuto alla Prima rassegna letteraria Città di Catanzaro. «Se fai affari con la 'ndrangheta, la colpa non è certo delle forze dell'ordine o dei magistrati»
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«Toglietevi dalla testa la mania di persecuzione». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervenendo questa sera a un'iniziativa nell'ambito della Prima rassegna letteraria Città di Catanzaro.
Rispondendo a una domanda del giornalista e massmediologo Klaus Davi, che ha ricordato le critiche spesso mosse al procuratore di Catanzaro di personalizzare le indagini, Gratteri ha osservato: «Noi come Procura facciamo le indagini con la polizia giudiziaria, chiediamo al Gip le ordinanze di custodia cautelare, il Gip emette le ordinanze di custodia cautelare. Poi si può andare al Riesame, fare ricorso per Cassazione: una posizione la leggono 30-40, anche 50 magistrati solo per arrivare alla sentenza di primo grado. È ovvio che nel momento in cui facendo indagini si alza leggermente il tiro, non si va cioè sui soliti noti, sono i faccendieri, i massoni deviati, i quadri delle pubbliche amministrazioni, i politici, gli amministratori che vanno a cercare i capimafia. Noi non iniziamo a intercettare il politico o il faccendiere o il massone deviato».
«È questo - ha proseguito il procuratore di Catanzaro - che deve capire la collettività. Si crea l'idea che c'è una sorta di persecuzione per la città di Catanzaro o per la città di Vibo, ma non ci sono persecuzioni. Cioè, se tu vai a trovare il capomafia e poi con il capomafia parli di affari o di reati, la colpa non è di Gratteri o dei sostituti di Gratteri o dei carabinieri, polizia o Finanza. La colpa è tua che sei andato al servizio della 'ndrangheta. Toglietevi dalla testa la mania di persecuzione, toglietevi la testa - ha concluso - che Gratteri lo fa per qualcuno».
Gratteri: «Procura Catanzaro portata a target altissimi»
«Voi non avete idea di quanto mi piaccia essere il procuratore della Repubblica di Catanzaro. Un ufficio che, dati del Ministero della Giustizia alla mano, è stato portato a target altissimi», ha detto poi Nicola Gratteri, aggiungendo che è stata una sua decisione quella di non fare domanda per la Procura di Milano. «Quando sono arrivato nella Procura di Catanzaro abbiamo creato una sorta di piano di rientro per i fascicoli arretrati. Oggi il fascicolo con maggiore arretrato ha tre-quattro anni al massimo».