Non c’è pace per il Corap. La nuova legge regionale (47/2019) che prevedeva la liquidazione coatta amministrativa del Consorzio e la nascita dell’Agenzia regionale sviluppo aree industriali (Arsai), è stata impugnata oggi dal Governo dinanzi alla Corte Costituzionale. Palazzo Chigi, infatti, ritiene in contrasto con il dettato costituzionale la norma che prevede “l’assoggettabilità a liquidazione coatta amministrativa di un Consorzio regionale” perché “invade la competenza esclusiva statale in materia di ordinamento civile e di giurisdizione e norme processuali”.


L’ultima parola spetta dunque ai giudici della Consulta, che dovranno ora vagliare le obiezioni mosse dal Governo nei confronti di una legge che era nata sotto i peggiori auspici: in tutta fretta, quando il fallimento era ormai già conclamato e come ultimo atto di una Legislatura regionale che aveva colpevolmente ignorato il problema per cinque anni.
Rilievi di dubbia costituzionalità erano già stati avanzati dal revisore dei conti Sergio Tempo e in fase di discussione in Consiglio regionale dal consigliere Carlo Guccione, che aveva sottolineato proprio i punti sollevati oggi dal Governo. «Ora la priorità è salvaguardare i livelli occupazioni – commenta a caldo il consigliere -, continuano con la gestione ordinaria e mettendo in campo tutti gli strumenti utili a difendere i posti di lavoro». Sono circa 100 i dipendenti che da mesi vivono sotto la spada di Damocle del licenziamento.


LEGGI ANCHE: Un altro Corap nasce tra rifiuti e speculazioni

Nella stessa riunione dell’esecutivo nazionale è stato deciso di impugnare anche la legge n. 46 del 25 novembre 2019 sulle concessioni demaniali, in quanto “consentendo il rinnovo di concessioni demaniali marittime in essere, eccede dalle competenze regionali e viola l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione che riserva allo Stato la competenza legislativa esclusiva in materia di tutela della concorrenza”.