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Sarà una perizia ordinata dal gup di Reggio Calabria a stabilire se una delle intercettazioni cardine dell’inchiesta “Mammasantissima” sia stata trascritta in modo non corretto, mutandone il quadro generale. È quanto emerso ieri, nel corso dell’animata udienza del processo “Gotha”, per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Fra questi c’è anche l’avvocato Giorgio De Stefano, ritenuto dalla Dda di Reggio Calabria uno degli elementi di vertice della cupola degli invisibili che, per anni, ha governato le sorti della città, assumendo una funzione di direzione strategica del crimine, lavorando a braccetto con le più potenti cosche cittadine.
Ed è proprio la difesa di Giorgio De Stefano a sollevare la questione della corretta trascrizione dell’intercettazione riguardante l’avvocato. Nei giorni del luglio scorso, infatti, una delle conversazioni più significative fu quella captata ad un altro degli “invisibili”, il funzionario regionale Francesco Chirico, imparentato con i De Stefano. Questi disse, con riferimento alla cupola: «C’è un’altra cosa ancora che non la sanno nemmeno loro – afferma riferendosi ai magistrati – qua a Reggio contano i Segreti… Giorgio De Stefano gliel’ha calata la questione… sei, sette… erano in totale… il coso è di sette». Il riferimento, ovviamente, è alla struttura dei riservati. Ed è sul nome di Giorgio De Stefano che si è fermata l’attenzione dei legali difensivi. Nel fascicolo del pubblico ministero, infatti, è stata trovata una nota del Ros che, circa questa conversazione, fa riferimento non a Giorgio De Stefano, ma ad un De Stefano “non meglio identificato”. Da qui la decisione di procedere immediatamente alla nomina di un consulente di parte che, attraverso i filtraggi, ha verificato la correttezza dell’interpretazione dei carabinieri. Secondo il perito, infatti, quel De Stefano è effettivamente un “non meglio identificato” poiché Chirico, sempre stando all’ascolto del consulente di parte, direbbe quanto segue: «C’è un’altra cosa ancora che non la sanno nemmeno loro, qua a Reggio contano i Segreti… a Reggio De Stefano gliel’ha calata la questione… sei, sette… erano in totale… il coso è di sette». Dunque, non Giorgio De Stefano, ma «a Reggio De Stefano». Per i legali difensivi, ciò cambierebbe di parecchio il quadro nei confronti dell’avvocato, poiché non sarebbe più attribuibile con certezza allo stesso il riferimento alla struttura dei “sette”.
Tale questione è stata posta all’attenzione del gup che, dopo una lunga camera di consiglio e con il parere negativo della Procura, ha disposto una perizia d’ufficio per stabilire se effettivamente l’intercettazione corrisponda a quella prospettata dal consulente tecnico della difesa.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 28 giugno per il conferimento dell’incarico peritale. Solo al termine di tali operazioni si potrà conoscere l’esatto contenuto della conversazione.
Consolato Minniti