«Siamo noi ad essere colpiti in questo momento e forse per la prima volta ci siamo resi conto della gravità della situazione sulla nostra pelle e su quella dei nostri amici. E ci siamo resi conto di quanto il virus può influenzare la nostra vita». Spiegano così gli studenti le ragioni dell'odierno sciopero indetto dalla quasi totalità degli istituti di istruzione superiore della città di Catanzaro. Una protesta pacifica senza cortei e assembramenti organizzata contro la mancata adozione di ordinanze - da parte dei sindaci - di sospensione temporanea delle attività didattiche in presenza.

Sciopero pacifico

Ad illustrare le ragioni dello sciopero - che ha registrato una massiccia adesione a Catanzaro, ad esclusione del solo liceo classico Pasquale Galluppi - sono le due rappresentanti di istituto dell'Iss Fermi, Noemi Lomanno ed Emilia Maiuolo: «Purtroppo la nostra fascia d'età è una delle più colpite - ha chiarito la studentessa -. Si sono verificati casi anche all'interno degli istituti scolastici ma non vogliamo puntare il dito contro le scuole che riteniamo sicure». 

Dad preventiva

«Non si tratta di una istanza avanzata solo da noi studenti - ha aggiunto Noemi Lomanno - molti medici e molti presidi hanno espresso la volontà di un ritorno in aula con una dad preventiva non da intendere come soluzione ma in modo da consentire una diminuzione dei casi e anche di terminare l'anno in presenza così come è la nostra volontà».

Il problema trasporti

Almeno due settimane di tempo per incrementare le percentuali di vaccinazioni tra i più giovani e far raffreddare la curva dei contagi, in continua crescita: «Abbiamo constatato che gli studenti preferiscono vivere la scuola - spiega ancora Emilia Maiuolo -, quindi con la didattica in presenza ma avvertono come necessaria a tutt'oggi un breve lasso temporaneo in didattica a distanza. Vogliamo precisare che noi riteniamo le scuole un luogo sicuro e ben organizzato. I principali problemi si registrano all'esterno, nelle linee di trasporto regionale e provinciale che riteniamo inefficienti e luoghi affollati con il rischio di veicolare la diffusione del virus».