Il fatto non costituisce reato. Con questa formula la terza sezione penale della Corte d'Appello di Catanzaro (presidente Battaglia, a latere Ciriaco e Fontanazza) ha assolto dalle residue imputazioni Mario Astarita, 58 anni di Catanzaro, avvocato, coinvolto nell'ottobre del 2022 nell'inchiesta istruita dalla Procura di Catanzaro che aveva ipotizzato una presunta associazione dedita al favoreggiamento della prostituzione con base a Squillace, nel Catanzarese.

In particolare, Astarita era accusato in qualità di proprietario di immobili di averli ceduti in locazione «al fine di esercitare l'attività di prostituzione, tanto che il canone di locazione era direttamente proporzionale agli introiti derivanti da tale illecita attività».

Tuttavia, già il gup del Tribunale di Catanzaro, in sede di giudizio abbreviato, aveva assolto l'imputato dal reato di sfruttamento della prostituzione, condannandolo, invece, a 10 mesi e 20 giorni di reclusione, con pena sospesa, per il solo capo d'imputazione riguardante l'esercizio nella casa di prostituzione. Accusa, anche questa, oggi venuta meno. La Corte d'Appello in riforma della sentenza di primo grado ha completamente assolto Mario Astarita perché il fatto non costituisce reato.

I legali difensori, Nunzio Raimondi e Manuela Costa, alla notizia della riforma della sentenza di primo grado, hanno dichiarato: «La decisione emessa in primo grado dal giudice dell’abbreviato era palesemente ingiusta ed errata ed ha cagionato una grande pena morale in capo ad un uomo correttissimo e d’animo mite. Già la Corte Suprema, annullando la decisione del Riesame di Catanzaro, aveva evidenziato alcuni macroscopici errori nella qualificazione giuridica del fatto. Il giudice di appello, ha fatto buon demanio della pronunzia di legittimità e del compendio probatorio, ed ha dunque mandato assolto l’avvocato Astarita. Accogliamo con sollievo questa decisione che rende giustizia ad un uomo perbene».