VIDEO | Il vicepresidente della Conferenza episcopale: «La tragedia del 17 giugno scorso non piò lasciare nessuno indifferente. Non potevamo non essere qui»
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«Non potevamo non essere qui perché Roccella, a nome di tutta la bellezza e la generosità dei calabresi, sta dimostrando di essere il paese dell’accoglienza». Così il vicepresidente per l'Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana Francesco Savino, a Roccella Jonica in occasione delle celebrazioni per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
«Per me Roccella è la nuova Lampedusa. Tutti parlano di Lampedusa, ma iniziamo a parlare di Roccella dove si è verificata una grande tragedia che ha graffiato le coscienze – ha sottolineato Savino - Siamo qui a solidarizzare con tutti i rifugiati, e far capire loro che non sono un problema ma una risorsa. Devono cambiare le politiche europee e governative italiane, nella consapevolezza che è necessario passare da un pregiudizio che vede il migrante come ipotetico criminale, a considerare il rifugiato come una risorsa e un grande capitale umano».
Il programma della Giornata, definito con il coordinamento dell’Ufficio Migrantes diocesano diretto da don Rigobert Elangui, si è articolato in diversi momenti: prima la messa nella chiesa San Nicola di Bari di Roccella Ionica, poi la Festa dei Popoli al vicino convento dei Minimi caratterizzata dall’allestimento di stand multiculturali ed enogastronomici e dall’esecuzione di musica etnica. Quindi una visita al Porto delle Grazie per un momento di preghiera e raccoglimento in memoria delle vittime della tragedia del mare avvenuta il 17 giugno scorso al largo delle coste ioniche.
«La scelta di Roccella Ionica è molto significativa – ha espresso il vescovo della diocesi di Locri monsignor Francesco Oliva - non solo perché il centro jonico è diventato meta continua di flussi migratori che si succedono con evidente carattere emergenziale, ma anche perché la tragedia del 17 giugno scorso non può lasciare nessuno indifferente».
Nel messaggio scritto per l’occasione, dal titolo “Dio cammina con il suo popolo”, il Santo Padre Papa Francesco offre alla riflessione l’accostamento di due immagini, quella dell’esodo biblico e quella dei migranti: «Come il popolo d’Israele al tempo di Mosè -scrive papa Francesco- i migranti spesso fuggono da situazioni di oppressione e sopruso, di insicurezza e discriminazione, di mancanza di prospettive di sviluppo. Come gli ebrei nel deserto, i migranti trovano molti ostacoli nel loro cammino: sono provati dalla sete e dalla fame; sono sfiniti dalle fatiche e dalle malattie; sono tentati dalla disperazione. Ma la realtà fondamentale dell’esodo -aggiunge- di ogni esodo, è che Dio precede e accompagna il cammino del suo popolo e di tutti i suoi figli di ogni tempo e luogo».