VIDEO | In provincia di Cosenza il 40% delle vittime proviene dall'area della Piana di Sibari. Dall’Asp aiuto e supporto attraverso il Progetto Gap
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Dati preoccupanti emergono in provincia di Cosenza sul fronte della ludopatia. Prevalgono in modo preponderante i maschi in una fascia di età compresa tra i 20 ai 45 anni. Dal primo gennaio del 2022 al 13 ottobre 2022 si sono registrati 101 nuovi casi (96 maschi e 5 donne) nel territorio di competenza dell’Asp di Cosenza.
Poi c’è il sommerso, incalcolabile. Ad incidere notevolmente la crisi in atto post pandemica, così come sottolinea il responsabile Serd dell’Asp di Cosenza Roberto Calabria: «Ognuno tenta la fortuna pensando di vincere ma non vince nessuno, afferma il dirigente. I dati sulle vincite sono ridotti. Si innescano meccanismi psico-biologici analoghi ad altre forme di dipendenza (droga, alcol, fumo, etc)».
Una drammatica realtà
Solitamente il ludopatico che manifesta il desiderio di uscire dal tunnel si trova di fronte la drammatica realtà dei debiti maturati, nel migliore dei casi con gli istituti di credito ma spesso si presenta lo spettro degli strozzini. Cosa fare in questi casi? «Bisogna farsi aiutare, continua Calabria, mai stare da soli. I nostri servizi mettono a disposizione del personale per risolvere anche questi problemi. Offriamo una consulenza legale oltre ai centri antiusura che sono collegati sui vari territori». C’è tutto un mondo invisibile, su cui prestare la dovuta attenzione: «Noi abbiamo conosciuto persone che si sono vendute tutto (case, auto, beni di famiglia, etc) distruggendo persino le proprie famiglie per poter giocare». A trascinare le vittime è prevalentemente il gioco “online” poiché consente di poter giocare anche da casa. E poi, a seguire, il “gratta e vinci”, il “superenalotto”, “10elotto”.
Lo Stato incassa 500 milioni di euro
Su questo versante risulta contraddittorio l’atteggiamento dello Stato che da un lato sensibilizza nella lotta alla ludopatia dall’altra ne trae profitto. «Basta far riferimento a un dato a mio parere eclatante, conclude Calabria, la raccolta del gioco d’azzardo è miliardaria, lo Stato investe per il recupero 50milioni di euro e ne incassa 500milioni di euro.
L'incontro
Questo fa capire le contraddizioni in termini di risoluzione del problema». Il tema è stato al centro di un incontro che si è tenuto a Cerchiara dal titolo "La Salute non è un gioco"organizzato dalla Comunità Terapeutica "Il Mandorlo" di Cassano allo Ionio. La presidente Fiammetta De Salvo ha messo in evidenza la mole di «sommerso» che si riscontra nel territorio «difficile da intercettare» ed è per questo che, come comunità «organizziamo eventi pubblici rivolgendoci alle famiglie coinvolte». Uno dei dati allarmanti proviene proprio dalla Sibaritide che ospita il 40% di ludopatici rispetto al contesto provinciale, così come conferma Anna Di Noia, Responsabile Serd di Corigliano-Trebisacce. L’indicatore non tiene conto dei soggetti affetti da polidipendenza, ossia, il gioco d’azzardo associato alla somministrazione di sostanze. E qui la «Sibaritide conta circa l’80% dei pazienti rispetto al dato provinciale».
Il progetto
Il Progetto GAP (Gioco d'Azzardo Patologico) nasce ad opera dell'Asp di Cosenza e si propone di mettere in atto un articolato programma di prevenzione e di sensibilizzazione. All’incontro di presentazione del progetto "La Salute non è un gioco" sono intervenuti tra gli altri: Maria Francesca Amendola, Coordinatrice programma dipendenze PRP, Carmela Vitale, Responsabile Ufficio di Piano A.T. Trebisacce, Roberto Enrico Barletta, Presidente Fondazione "S.Matteo Apostolo",Maria Rita Notaro, Referente GAP - Serd Soverato. Per la comunità "Il Mandorlo":Giuseppina A. Oliva e Antonietta Sconza, responsabili del Progetto GAP, nonché Biagio Frasca, Psicoterapeuta, che ha moderato l'incontro