VIDEO INTERVISTA | Maurizio Mazzotta è stato affrontato e ferito da uno sconosciuto mentre chiudeva il suo negozio a Vibo Valentia: «Gli imprenditori hanno il dovere di andare avanti senza timore»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Mi hanno sparato alle gambe ma non mi hanno tolto il sorriso, ci vuole ben altro per spegnerlo». È sereno Maurizio Mazzotta, l’imprenditore di Francica, vittima di un attentato intimidatorio che si è consumato martedì sera davanti alla sua attività commerciale.
Stava abbassando la saracinesca del negozio, quando dal buio è spuntato un uomo incappucciato, riparato da un ombrello, che ha esploso tre colpi di pistola calibro 22 verso il suo bersaglio. Un proiettile si è conficcato nel piede dell’imprenditore, mentre gli altri hanno colpito la saracinesca del negozio situato in viale Affaccio.
Raggiungiamo l’imprenditore ferito nella sua casa di Francica. È attorniato da amici e parenti. Ci accoglie sua moglie con i tre figli. «È per loro che andrò avanti, più forte di prima», afferma Mazzotta, che dice di non avere paura. «Non ho nulla da temere, sono trasparente, non ho scheletri nell’armadio», sottolinea. Se l’obiettivo di chi ha sparato era spaventarlo, è fallito.
«Dobbiamo reagire», dice con convinzione riferendosi all’escalation criminale che ha colpito altre aziende del Vibonese.
«Non dobbiamo cedere al ricatto - rimarca -. Nasciamo liberi e dobbiamo vivere da uomini liberi. Loro, i delinquenti, sono in minoranza, noi siamo la maggioranza. Siamo coloro che costruiscono il tessuto sociale ed economico del territorio».
Andare avanti senza farsi intimorire per Mazzotta è, dunque, l’unica strada percorribile. Sulla matrice dell’attentato l’imprenditore non sa dare una spiegazione. Non ha mai ricevuto minacce, né tantomeno richieste estorsive.
È un uomo impegnato nel sociale, Mazzotta, che presiede anche la sezione Admo di Francica.
Vent’anni fa, all’apertura del suo negozio di arredi da bagno e pavimenti, ci confida di aver ricevuto alcuni avvertimenti minacciosi, subito denunciati, ma neanche allora si fece intimorire.
In tutta questa triste storia la cosa che più lo ha deluso è stato il silenzio assordante della politica. «Ho ricevuto attestati di solidarietà e sostegno da tutta Italia – racconta -. Mi hanno contattato imprenditori, gente comune. Ho sentito la vicinanza delle forze dell’ordine, ma dalla classe politica neppure un cenno. Nonostante tutto andrò avanti con il sorriso di sempre, convinto che noi imprenditori abbiamo il dovere di mantenere in vita l’economia».
Già domani ritornerà alla sua attività, malconcio nel fisico, con quella ferita al piede che ancora per qualche settimana gli ricorderà il pericolo scampato, ma forse ancora più motivato di quanto già non fosse, perché ora sa di essere anche un baluardo contro il degrado umano e sociale che ci stringe d’assedio.