Mons. Angelo Panzetta ribadisce la sua posizione dopo le polemiche hanno accompagnato la sua scelta: «È un segno pubblico di sobrietà, di condivisione e di solidarietà»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Siccome come pastore della Diocesi ho un ruolo decisivo nell'organizzazione della festa della Madonna di Capocolonna, voglio confermare ufficialmente la decisione ecclesiale di non realizzare i tradizionali fuochi pirotecnici in occasione dei festeggiamenti religiosi in onore della Patrona della nostra Chiesa locale». Lo ha ribadito il vescovo di Crotone e Santa Severina Angelo Panzetta rispetto alla decisione adottata nei giorni scorsi di rinunciare ai fuochi d'artificio che tradizionalmente concludono i festeggiamenti per la Madonna di Capocolonna.
Una presa di posizione, quella del vescovo, in risposta alle polemiche che hanno accompagnato la sua scelta: «Un dibattito - ha scritto mons. Panzetta - che, per la verità, non mi ha particolarmente colpito per il suo livello e la sua qualità sociale, culturale e spirituale». L'arcivescovo ha sottolineato i motivi della sua scelta «legati alla volontà di realizzare un segno pubblico di sobrietà, di condivisione e di solidarietà. Tale orientamento, quindi, nasce dalla necessità per la comunità ecclesiale di riferirsi primariamente al Vangelo e ai segni della volontà di Dio che sono disseminati nel tempo che stiamo vivendo».
Il presule evidenzia il fattore etico nella sua decisione che è rafforzata dal considerazione che i 'botti' possono creare turbamento nei profughi ucraini, specie fra i bambini, che si sono rifugiati a Crotone, ma anche un motivo e ricordare loro l'orrore delle guerra. L'arcivescovo Panzetta commenta anche la decisione di alcune associazioni cittadine di organizzare fuochi pirotecnici in proprio: «Alcuni hanno manifestato la volontà di organizzare autonomamente, al di fuori della progettazione ecclesiale e con risorse proprie, uno spettacolo pirotecnico durante la processione della venerata icona della Vergine di Capocolonna. Auspico vivamente che, se questa idea dovesse prendere corpo in un progetto concreto, all'interno di esso siano adeguatamente ponderati tutti i valori in gioco e sia considerato responsabilmente il contesto storico e sociale nel quale l'iniziativa si dovrebbe realizzare».
Il presule torna infine sulle polemiche scoppiate in seguito alla sua decisione: «Penso che i dibattiti, quando restano nei canoni della civiltà e del rispetto per tutti, costituiscano un'opportunità di crescita per una comunità che cerca di comprendere per agire responsabilmente, anche perché il criterio del 'si è sempre fatto così', non è sufficiente per dare ragione di scelte che hanno una valenza educativa e sociale non trascurabile. Concludo nella speranza che la questione dei fuochi non ci faccia perdere il vero 'focus' delle feste religiose che consiste nella gioia di contemplare nei santi, e ancor più nella Vergine Maria, lo splendore e la fecondità della grazia di Cristo che per il battesimo è innestata vitalmente anche nelle nostre vite».