A presentarlo il Coordinamento cosentino di Sinistra Italiana: «Una prima cancellazione era stata motivata dai guai giudiziari del sindaco Mimmo Lucano, ma ora non ci sono più giustificazioni o motivi validi»
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Il Coordinamento provinciale di Sinistra Italiana di Cosenza, «ritenendo grave e immotivata l'ennesima cancellazione dal palinsesto Rai della fiction sull'esperienza di accoglienza e integrazione messa in atto a Riace dal sindaco Mimmo Lucano», "Tutto il mondo è paese", ha presentato oggi «un esposto alla procura della Repubblica di Cosenza, competente per territorio in quanto sede della Rai Calabria, alla procura regionale per la Calabria della Corte dei Conti e per conoscenza al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte». Lo rende noto lo stesso partito.
«Una prima cancellazione della messa in onda dell'importante testimonianza sul caso Riace, che è stato all'attenzione dal mondo intero come modello da imitare - è scritto in una nota -, era stata motivata dai problemi giudiziari del sindaco della cittadina calabrese e decisa dal ministro dell'epoca Salvini che, com'è notorio, ha sempre considerato un pericolo quell'esperienza positiva, un modello appunto che inficiava le sue teorie razziste di esclusione e respingimento. Ma il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso del Viminale sul caso Riace e, per ultimo, il tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha stabilito che le misure cautelari nei confronti dell'ex sindaco non dovevano essere prese, in quanto 'non sono state ravvisate condotte penalmente rilevanti'».
«Non sussistono più motivi o giustificazioni alla non messa in onda di 'Tutto il mondo è paese'. Tranne che si voglia, visti i pregiudizi e alcune appartenenze della dirigenza Rai, dichiaratamente impedire che una storia importante per la nostra Regione e il Paese sia conosciuta e apprezzata ancora di più di come lo è stata e lo è ancora in larga parte del mondo. Oltretutto, la fiction, di cui è protagonista Beppe Fiorello, ha comportato per la Rai un importante impegno economico e la non messa in onda, oltre alla perdita per la mancata raccolta pubblicitaria, sicuramente ha provocato un danno economico alla Rai, che ricordiamo essere un servizio pubblico e uno di immagine alla nostra regione, che avrebbe potuto far conoscere politiche virtuose che si sviluppano sul territorio calabrese».