A loro spettano le risorse destinate per il ristoro del danno causato nell'area di pesca del litorale in cui sono presenti le piattaforme estrattive dell'Eni
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«Basta indugi. Le royalties ai pescatori del crotonese devono essere erogate nel più breve tempo possibile soprattutto alla luce del parere del Ministero delle Politiche sociali e del lavoro arrivato nei giorni scorsi nella Prefettura di Crotone», lo afferma l’eurodeputata del m5s, Laura Ferrara in una nota.
È dal 2014 che i pescatori delle marinerie del crotonese chiedono che gli vengano conferite le royalties, ossia i compensi che per legge vanno riconosciuti al titolare di un bene o di un brevetto. Continua la nota: «È da 5 anni che i pescatori delle marinerie del crotonese stanno chiedendo ciò che per diritto gli spetta, le risorse a loro destinate per il ristoro del danno causato nell'area di pesca del litorale crotonese, in cui sono presenti le piattaforme estrattive dell'Eni. Cinque mesi fa, - sostiene Ferrare - sollecitata dai pescatori e dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Crotone, Ilario Sorgiovanni, ho portato la questione all'attenzione della Commissione europea la quale, nella risposta fu chiara: le competenze sono delle autorità italiane, Regione ed Enti locali. Regione e Comuni si sono però trincerati fino ad oggi dietro una interpretazione sbagliata della normativa continuando a configurare l'indennizzo al pari di un aiuto di stato».
Il Ministro delle Politiche sociali e del lavoro ha spiegato: «È un equivoco interpretativo, superabile inquadrando l'erogazione delle royalties in una cornice giuridica appropriata che potrebbe fugare i dubbi in merito all'autentica natura solo risarcitoria delle misure in oggetto anche per il futuro». L’europarlamentare conclude: «Il Ministero retto da Luigi Di Maio chiarisce definitivamente che le royalties sarebbero dovute essere erogate, a favore dei pescatori del crotonese, sin dal 2014 senza soluzione di continuità. Il Governo non si è sottratto nel fornire una risposta legittima e che rende giustizia agli operatori ittici. Ora non ci sono più alibi».