Le indagini

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il ruolo dei sei cosentini nell’inchiesta della Dda di Salerno

Procacciatori, consulenti, datori di lavoro e dipendenti pubblici sono i profili degli indagati calabresi finiti nel mirino dell'ufficio inquirente antimafia coordinato dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, vecchia conoscenza della Dda di Catanzaro

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di Antonio Alizzi
12 luglio 2024
09:33

La Dda di Salerno, diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, ha fatto luce sulle posizioni di sei cosentini, tutti indagati per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo la Guardia di Finanza, i reati contestati sarebbero stati commessi in provincia di Cosenza.


Gli indagati cosentini

Rispetto alla nota diramata dalla Dda di Salerno, si evince in realtà che i presunti vertici del sospetto sodalizio criminale transnazionale, sarebbero in maggioranza calabresi. All'apice della piramide per i magistrati vi sarebbe Decimo Viola, originario di Policoro, ma al suo fianco figurerebbero con condotte specifiche Antonio Miniaci (di Trebisacce), Raffaele D'Elia (di Castrovillari), Luca Fucile (di Casali del Manco), Angelina Paldino (di Corigliano Rossano), Francesco Cavaliere (di Cassano Ionio) e Mariella De Marco (di Castrovillari).

Le accuse della Dda di Salerno a Miniaci

Nel caso di specie, Antonio Miniaci, avrebbe avuto il ruolo di procacciatore «fra l'organizzazione e i cittadini extracomunitari aspiranti ad ottenere un titolo legittimante l'ingresso nel territorio dello Stato, dai quali acquisivano i nominativi e i passaporti, consegnati a Viola, necessari per l'inserimento nelle domande di nulla osta da inoltrare alle Prefetture». Condotte contestate anche a Khalid Zouine, Mustapha Nadi, Abderrahim Bensabah.

D'Elia in qualità di consulente

Passando a Raffaele D'Elia, emerge che il consulente abbia dato indicazioni a Decimo Viola «di coadiuvare il gruppo nella preparazione della documentazione (visure camerali, costituzioni di società, contratti e disponibilità terreni…), attestante artatamente la sussistenza dei requisiti di legge per ottenere il rilascio di Nulla Osta per l'ingresso di cittadini stranieri».

Indagine della Dda di Salerno, le altre posizioni

Inoltre, nel primo capo d'imputazione sono riportate le condotte anche di Luca Fucile, Angelina Paldino e Francesco Cavaliere, i quali - insieme a Rocco Valluzzi, Gaetano Antonio Campese, Pasquale Larocca, Vito Tralli, Giuseppe Filomeno, Vincenzo Rondinelli, Pasquale Chiruzzi e Stefano Viceconte - in qualità di datori di lavoro, «titolari di alcune delle ditte formali datrici di lavoro dei cittadini extracomunitari», avrebbero costituito ad hoc, «sulla scorta di precise indicazioni fornite da Viola, società agricole e/o edili, in cui far figurare le false richieste di assunzioni lucrando un compenso per ogni pratica assentita, col compito di attestare falsamente la necessità di mano d'opera per la propria attività e la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge».

La dipendente pubblica

Infine, la condotta di Mariella De Marco che - al pari di Francesco Alex Giorgi, e Isaura Cantore - in qualità di consulenti/referenti dei patronati, «e come tali incaricati di pubblico servizio, col compito di inoltrare telematicamente agli Sportelli unici per l'immigrazione delle Prefetture di tutta Italia - tramite Spid - istanze volte ad ottenere il rilascio di Nulla Osta per l'ingresso di cittadini stranieri privi dei prescritti requisiti».

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