CATANZARO: Si sarebbe fatto forte del suo ruolo di dirigente regionale per foraggiare la Co.se.r. Calabria con ingenti esborsi di danaro pubblici, non guardando in faccia nessuno, dichiarando il falso pur di raggiungere i suoi scopi, con il contributo di persone che gli avrebbero garantito il via libera. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Domenico Guarascio dopo aver chiuso le indagini ha chiesto il rinvio a giudizio a carico di Michelino Lanzo, dirigente generale pro tempore del dipartimento Attività produttive della Regione Calabria; Stefano Zirilli amministratore delegato della Co.se.r e della stessa società consortile, mentre ha avanzato una richiesta di archiviazione nei confronti del presidente del Consorzio, tutti finiti sotto inchiesta per abuso d'ufficio, falso e truffa aggravata. I fatti risalgono al 2010, Lanzo "avocando a sé i poteri di spesa in assenza di comprovate ragioni di funzionalità, in assenza di qualsivoglia istruttoria idonea e disattendendo le ordinarie procedure di controllo interno", avrebbe disposto la liquidazione di indebite somme di denaro a favore del Coser Calabria, mediante l'emissione di due decreti di liquidazioni, una dell'importo di 330.000 euro datata 23 marzo 2010 e l'altra di 409.478,81 euro del 09 marzo 2010, relativi al "progetto percorso di accompagnamento, assistenza tecnica, comunicazione ed informazione, attività gestionale di cui alla legge 215/92", e al "progetto percorso di accompagnamento, assistenza tecnica, comunicazione ed informazione, attività gestionale a favore delle imprese legge 598/1994. Liquidazioni, secondo il pm, indebite e illegittime "in quanto adottate anche in assenza di qualsivoglia convenzione regionale tra l'Ente e il Coser" ed ottenute dal consorzio grazie alla produzione di una documentazione fasulla, che avrebbero procurato alla Regione un ingente danno. Avrebbero posto in essere una serie di artifici e raggiri, consistiti nel presentare  "domanda e richieste di contributi in maniera palesemente incompleta e lacunosa, corredata da documentazione contabile falsa, adducendo l'esistenza di convenzioni in realtà inesistenti", mettendo in atto la mega truffa ai danni della Regione Calabria. Adesso la parola passa al gup che dovrà decidere sia sulla richiesta di rinvio a giudizio che su quella di archiviazione.


Gabriella Passariello

 

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