Si è aperto questa mattina in aula bunker a Catanzaro il processo a carico di Roberto Noia, Menotti Pullano, Fulvio Zullo e Roberta Venturella, coinvolti nell'inchiesta istruita dalla Procura riguardante la presunta redazione di diagnosi non veritiere e falsi piani terapeutici per consentire ad alcune pazienti di accedere alla prescrizione gratuita di farmaci.

L'inchiesta

I quattro professionisti rinviati a giudizio lo scorso luglio sono accusati a vario titolo di truffa, abuso d'ufficio e falsità ideologica. In particolare, il direttore dell'unità di Ginecologia e Ostetricia a direzione universitaria dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, Fulvio Zullo, secondo l'ipotesi della Procura avrebbe procurato un danno alla pubblica amministrazione pari a 60mila euro prescrivendo piani terapeutici a pazienti che non ne avevano diritto e, in alcuni casi, che non avevano neppure mai fatto accesso all'ospedale Pugliese. Dodici i piani terapeutici che avrebbero contenuto diagnosi non veritiere; molti di più invece quelli che sarebbero stati sottoscritti in favore di pazienti che mai avevano fatto accesso nell'unità operativa: ben 94. In tal modo, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe procurato un ingiusto vantaggio alle assistite ma un corrispondente danno al servizio sanitario regionale quantificato in 60mila euro. L'ospedale invece non avrebbe incassato le somme a titolo di ticket sanitario: 1.954 euro.

Le accuse

Ma non sono le sole contestazioni. Nella duplice veste di direttore dell'unità operativa di Ginecologia dell'ospedale e professore ordinario all'università Magna Grecia di Catanzaro era in grado di sottoscrivere atti pubblici e di essere contemporaneamente in due posti differenti. Ad esempio, in ateneo ad esaminare studenti e in ospedale ad operare. Sarebbero almeno dieci i casi certificati. Stessa routine riprodotta anche per alcune pazienti in cura nel centro di proceazione medicalmente assistita diretto dalla responsabile, Roberta Venturella. Sarebbero 281 i piani terapeutici redatti in vantaggio di 177 pazienti, acquisiti dall'ospedale Pugliese, ma poi inviati a Napoli per il trattamento. E, in particolare, in due studi medici privati riconduncibili direttamente a Fulvio Zullo, campano di origini. La clinica Mediterranea dove il professionista opera sin dal 2015 e la casa di cura Rueschi in cui Zullo detiene il 50% delle quote societarie.

Si apre il processo

Questa mattina si aperto il processo che ha subito però un rinvio a causa di un difetto di notifica. Tuttavia, è emerso come tra le persone offese sia stato individuato anche il ministero della Salute a cui però non era stato trasmesso il decreto che dispone il giudizio. Hanno invece depositato l'atto di costituzione parte civile nel processo due associazioni, Hera onlus e Cittadinanzattiva, rappresentate dall'avvocato Fabrizio Di Donato. Presenti in aula anche i difensori degli imputati: Amedeo Bianco, Danilo Iannello e Francesco Iacopino.