L'amministratore unico di Unimorfe International: «Due enti hanno emesso dal 2019 a tutt'oggi attestati falsi con logo e denominazione nostri»
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In merito all'inchiesta della Procura di Reggio Calabria che, nell'aprile scorso, ha portato a dieci ordinanze di custodia cautelare e a un sequestro di beni per 3 milioni e 200mila euro e scattata in seguito alle denunce di diverse persone che avevano frequentato un centro di formazione ricevendo attestati non validi, riceviamo e pubblichiamo integralmente la precisazione di Unimorfe International.
«La direzione internazionale di Unimorfe International ente estero diretta dalla dott.ssa Elisa Weiss amministratore unico della società estera, intende precisare quanto segue: la nostra società rammaricata è venuta a conoscenza dell'inchiesta "Lucignolo" promossa dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria dove viene erroneamente menzionato il nostro ente. Orbene ci teniamo a precisare che la Unimorfe International non è stata e ne a tutt' oggi posta né a sequestri né sotto indagine poiché opera all'estero ed in Italia aveva solo dei procacciatori. Noi non entreremo in merito all' inchiesta in quanto abbiamo pieno rispetto della magistratura italiana ma ci teniamo a specificare che il nostro ente ha presentato numerose querele a carico della CS uniforma della dottoressa Catalano Lucia e della CS Consulting Group di cui attualmente risulta amministratore il signor Cianci Savino. Abbiamo sporto tali querele poiché siamo venuti a conoscenza che tali enti hanno emesso dal 2019 a tutt'oggi attestati falsi con logo e denominazione Unimorfe International. Pertanto i due enti su menzionati sono gli unici che con prove in nostro possesso e consegnate all'AG hanno emesso tali attestati contraffatti. La dottoressa Maria Saveria Modaffari aveva presentato le sue dimissioni da procacciatrice con Unimorfe da luglio 2020. Gli unici enti che erano rimasti convenzionati con Unimorfe erano CS uniforma e CS Consulting Group fino a dicembre 2021 data in cui la nostra società ha inviato disdetta immediata di tali convenzioni per gravi inadempienze. Pertanto il nostro ente si dissocia da tale indagine nella quale non risulta assolutamente indagato né imputato. Ringraziamo sentitamente le testate giornalistiche che pubblicheranno tale smentita e per dimostrare la serietà della nostra società, tale comunicato per trasparenza verrà inviato alla Procura Generale della Repubblica italiana che possa prendere piena coscienza».