Quasi 500 anni di carcere. È quanto chiesto dalla procura antimafia di Reggio Calabria nei confronti di 39 imputati finiti nella maxi inchiesta denominata Eyphemos e che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario. Un’inchiesta che ha decapitato il ramo della cosca Alvaro che opera nel comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, ha portato in carcere diversi esponenti politici e allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del piccolo comune aspromontano della provincia di Reggio Calabria.

Nell’inchiesta sono finiti, tra gli altri, l’ex consigliere regionale Domenico Creazzo (ed ex sindaco di Sant’Eufemia), arrestato pochi giorni dopo la sua elezione a Palazzo Campanella nella lista di Fratelli d’Italia, e il parlamentare di Forza Italia Marco Siclari, già condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere nel processo in abbreviato.

Pesantissima la richiesta della Dda nei confronti di Creazzo: 16 anni di reclusione, poco di meno di imputati considerati al vertice del clan: dai 30 anni Domenico Alvaro, passando per i 25 di Giuseppe Napoli ai 18 anni di carcere per diversi presunti affiliati alla cosca.

La procura, alla fine della requisitoria, ha chiesto l’assoluzione di 11 persone.

Le richieste di condanna

Domenico Alvaro (classe 77) 30 anni
Cosimo Alvaro (classe 62) 12 anni
Rosario Bonfiglio 3 anni
Emanuele Crea 18 anni
Antonino Creazzo 18 anni
Domenico Creazzo 16 anni
Gregorio Cuppari 3 anni
Giuseppe Antonio Galletta 10 anni
Cosimo Idà 18 anni
Giasone Italiano 22 anni e 6 mesi
Rocco Laurendi 12 anni
Bruno Modafferi 15 anni
Vincenzo Modafferi 15 anni
Diego Orfeo 2 anni
Antonino Borgia 18 anni
Salvatore Alvaro 18 anni
Giuseppe Crea 15 anni
Domenico Alvaro (classe 81) 15 anni
Giuseppe Bagnato 18 anni
Carmelo Napoli 8 anni
Cosimo Cannizzaro (detto Spagnoletta) 18 anni
Carmelo Castagnella 7 anni e 1 mese
Vincenzo Condina (detto U russu) 18 anni
Mauro Fedele 4 anni
Diego Forgione (detto Mario u peones) 18 anni
Francesco Crea 8 anni
Rocco Iannì 4 anni
Antonino Laurendi (detto Ninareddu u pistolu) 15 anni
Antonio Luppino (detto Ntony malomu) 6 anni e 10 mesi
Domenico Luppino 15 anni
Carmine Napoli (detto Carminazzu) 18 anni
Giuseppe Napoli (detto Mpizza) 25 anni
Giuseppe Novello 15 anni
Diego Orfeo 5 anni
Giuseppe Orgeo 5 anni e 4 mesi
Giovanni Speranza 5 anni
Rocco Laurendi (detto Rocchellino) 15 anni
Agostino Orfeo 5 anni
Carmine Quartuccio 10 anni

Richieste di assoluzione

Diego Laurendi assoluzione
Domenico Modafferi assoluzione
Francesco Modafferi assoluzione
Pasquale Modafferi assoluzione
Saverio Salerno assoluzione
Francesco Antonio Cannizzaro assoluzione
Angelo Alati assoluzione
Rosa Alvaro assoluzione
Adriano Bruni
Domenico Carbone (detto u murcu) assoluzione
Michele Rao

L’inchiesta Eyphemos è scattata la mattina del 25 febbraio 2020 con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 65 persone, di cui 53 finite in carcere e 12 agli arresti domiciliari. Nell’inchiesta sono finiti capi storici, elementi di vertice e affiliati di una pericolosa locale di ‘ndrangheta operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte (Reggio Calabria), dipendente dalla potente cosca Alvaro che ha la sua base a Sinopoli, ma che controlla anche San Procopio, Cosoleto, Delianuova e altre zone dell’Aspromonte.

Con il ruolo di capo, promotore ed organizzatore dell’associazione mafiosa era stato arrestato il vicesindaco, Cosimo Idà, artefice secondo l'accusa di diverse affiliazioni che avevano determinato un forte attrito con le altre componenti del locale di ‘ndrangheta eufemiese e l’alterazione degli equilibri nei rapporti di forza tra le varie fazioni interne allo stesso.