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Cinque ore di una accesissima riunione azienda-sindacati, il cui esito è stato poi illustrato all'assemblea permanente dei lavoratori che da mercoledì bloccano le attività del terminal container: è alla fine di questo doppio, drammatico, passaggio che i portuali di Gioia Tauro hanno deciso di continuare a oltranza la protesta spontanea.
Il blocco non è stato rimosso benché nel verbale verbale striminzito del lungo faccia a faccia finito alle 17, “si era convenuto che riprendesse il piano di condivisione”. Nessun disgelo, perché i lavoratori chiedono l’immediato riavvio della trattativa dopo i tre giorni di fuoco in cui i portuali hanno saltato i turni senza la copertura formale dei sindacati - che infatti non hanno proclamato alcuno sciopero - e il governatore Mario Oliverio ha contestato, con parole veementi pare, l'irrigidimento dell'azienda Mct che continua a considerare cosa fatta la messa in mobilità di 442 operai.
Gioia Tauro, incontro sindacati-Mct: confermati 442 esuberi
Proprio su questo punto il verbale smilzo firmato dai segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Sul spiega che “su richiesta delle parti sociali che chiedono una significativa riduzione degli esuberi, l'azienda si impegna ad effettuare un approfondito riesame della situazione verificando con le parti sociali gli eventuali margini esistenti anche considerando gli aspetti tecnico organizzativi del lavoro con riferimento al periodo novembre 2015 ad oggi".
Di più il verbale non dice ma tanto e questi non è bastato a indurre i portuali a riattivare le gru e servire le navi, dopo il blocco spontaneo che durava dal quarto turno di mercoledi.
La quantità di lavoratori da porre fuori organico per sempre, con l'azienda che insiste da luglio sul numero di 442, è solo uno dei problemi che hanno portato allo scontro di queste ore, dopo che un accordo di programma quadro del luglio scorso aveva fatto sperare in un clima di concordia in vista dei licenziamenti in blocco dopo 5 anni di cassintegrazione. La Mct, infatti, non vuole aspettare il varo della "agenzia per il lavoro portuale" , il nuovo organismo che tre ministeri e Invitalia si sono impegnati a formare per riassumere i lavoratori che l'azienda tedesca intende espellere, per ricollocarli - entro 3 anni - nelle nuove attività ancora non avviate nell'area portuale, Zes compresa.
Profilandosi tempi incerti per l'avvento di questo nuovo strumento di riconversione lavorativa, che darebbe un sussidio ai portuali in attesa di ricollocazione, e con l'azienda che da luglio considera insindacabile il numero degli esuberi riscontrati, si dimostra che mai come in momento il gestore unico del terminal container - rappresentato al tavolo di oggi dall'Ad di Contiship Italia, Sebastiano Grasso, e dal procuratore speciale di Mct, Antonio Testi - ha perso la volontà di aspettare tempi e piani della politica.
Agostino Pantano