Parla di «spregiudicatezza criminale» il gip di Catanzaro Mario Santoemma riferendosi alle responsabilità di Mario Minieri, titolare e proprietario della società Mke che gestiva il depuratore di Belvedere Marittimo, e di Vincenzo Papalia, dipendente della società che si interfacciava con i Comuni per ottenere la liquidazione di danaro.  Secondo il giudice erano «consapevoli della circostanza che in pieno periodo balneare il depuratore non funzionasse affatto, si mostrano del tutto indifferenti al danno ambientale ed alla salute dei cittadini, anche a fronte delle energiche proteste del sindaco».
I fatti risalgono all’estate del 2021 e l’accusa è di quelle che si ripetono spesso nell’indagine Scirocco, diretta dai carabinieri e coordinata dalla Dda di Catanzaro: inquinamento ambientale.

La chat: «Due sollevamenti fermi, stanno versando al mare»

Il gip lo scrive in grassetto e in caratteri cubitali che il 18 luglio a Belvedere Marittimo siamo «in piena stagione turistico-balneare». Ed è in questo giorno che Papalia scrive nella chat aziendale che due pompe di sollevamento dell’impianto sono ferme e stanno sversando in mare. Il messaggio vale da solo a descrivere tutta la gravità della situazione: «numero due sollevamenti fermi… uno al piazzale della stazione e un'altra su via Caravelle entrambi... stanno versando al mare».

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La chat che riceve questo messaggio si chiama Mke-Uffici e alle 10:21 del mattino Papalia manda un altro messaggio, altrettanto allarmante, che riceve anche Minieri: «Qui a Belvedere c'è la situazione più critica con fognatura a mare non possiamo andare pomeriggio».

Il sindaco: «Se cade ancora un goccia chiamo la Capitaneria di porto»

Da questi messaggi passano 20 giorni. Il sette agosto il sindaco di Belvedere, Vincenzo Cascini, chiama Papalia per avvertire che «la pompa funziona ma non ce la fa per cui strabocca». Si mostra preoccupato perché, dice, «io c'ho da stamattina che sta uscendo del materiale alla stazione». E chiede al proprio interlocutore se aveva la possibilità di installare un’altra pompa di sollevamento.
Quattro giorni dopo i toni del sindaco sono decisamente più alterati. Il fenomeno è così evidente che il primo cittadino è diventato il referente delle preoccupazioni e dei malumori di tutti: «… sono sotto i chiodi di tutti e io non posso permettermi questo…».
Minaccia di rivolgersi alla Capitaneria di porto e denunciare tutto perché «ve l’ho pregato in tutti i modi, vi ho chiesto per favore, la risposta è stata chi se ne frega, adesso basta…».
Il sindaco pone una conditio sine qua non: «… noi oggi abbiamo l’obbligo di rispettare le leggi e voi con me, adesso mettetevi d'accordo come volete, io se vedo una goccia che esce dalla fognatura chiamo la Capitaneria diporto e denuncio tutto, ok? Poi ci vado di mezzo pure io con la Procura, non me ne frega niente, però stiamo in buona compagnia ok? buona giornata signor Papalia, arrivederci».

Guasti all’impianto elettrico

Non sappiamo come sia proseguita la stagione balneare. Certo è che qualche mese dopo, il 27 dicembre, il depuratore mostra ancora tutta la sua instabilità. E di nuovo è Papalia che contatta un altro dipendente, Tommaso Agretto, per riferire che vi erano dei problemi relativi all’impianto elettrico, di mandare un elettricista.
«E sì lo so però loro mi dicevano se domani mattina gli mandiamo un elettricista oggi la fogna diciamo, mi diceva, la mandiamo direttamente in sedimentazione senza ossigenarla…».
I due si accordano per fare una comunicazione al Comune di Belvedere.
Il gip, a questo punto, fa notare che «contrariamente all’assunto di Papalia, la manutenzione straordinaria, dalla documentazione acquisita, è a carico della società Mke srl», così come riportato nel capitolato d’oneri.

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Migliaia di euro di rimborsi non dovuti

Minieri e Papalia, nonostante questo, e nonostante lo sfacelo della stagione balneare passata, «si interfacciavano direttamente con il Comune per ottenere il pagamento per la straordinaria manutenzione, continuando — in tal modo — a lucrare sul corrispettivo dell’appalto, sia per la parte relativa alla manutenzione ordinaria che, vieppiù, a quella straordinaria». Vertice e dipendente della Mke pretendono dal Comune pagamenti per prestazioni che avrebbero dovuto sostenere loro. E questo grazie anche alla presunta «complicità» dei responsabili del settore tecnico del comune di Belvedere Marittino, Paola Di Stasio, Pasqualino Calabrese e Raffaele Rosignuolo accusati di frode nelle pubbliche forniture poiché – nell’esecuzione del contratto di affidamento del servizio di gestione, manutenzione, controllo e custodia dell’impianto di depurazione – avrebbero permesso a Minieri di non adempiere al contratto, facendosi liquidare dai responsabili del settore tecnico, prestazioni che risultavano a carico della sua società.
Cinquemila euro, 7000 euro, 2000 euro, 9000 euro… Il gip elenca una lunga serie di determine dell’ufficio tecnico che liquidano prestazioni alla Mke di Minieri «facendo apparire, in maniera fraudolenta, dette erogazioni come rispondenti al contratto di appalto».

Il gip: «Spregiudicatezza criminale»

Senza contare il tema dell’inquinamento ambientale. Il gip non usa mezzi termini quando scrive che «giova rilevare che la gestione del depuratore di Belvedere Marittimo è emblematica della spregiudicatezza criminale di Mario Minieri e di Vincenzo Papalia; il primo quale titolare e proprietario della società, il secondo come responsabile di commessa cui si rivolgeva direttamente il sindaco del comune, consapevoli della circostanza che in pieno periodo balneare il depuratore non funzionasse affatto, si mostrano del tutto indifferenti al danno ambientale ed alla salute dei cittadini, anche a fronte delle energiche proteste del sindaco».