A conclusione di una battaglia legale durata 8 anni, le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione hanno annullato il “fine pena mai” per Mario Gatto, già esponente del clan degli “italiani” di Cosenzarideterminando la pena a 30 anni di reclusione.

La questione tecnica proposta – per primi – dagli avvocati Paolo Pisani e Cesare Badolato, e accolta dall’Alto Consesso, si fondava su una tesi che rappresenta un “novum” nel panorama giurisprudenziale italiano: la diminuente prevista per il rito abbreviato ha soprattutto carattere sostanziale, e non solo processuale.

Sulla scorta di tale tesi, accolta dagli ermellini, l’ergastolo per Mario Gatto è stato cancellato, e la pena perpetua è stata sostituita con la pena di 30 anni di reclusione, in relazione agli omicidi di Vittorio Marchio, Enzo Pelazza e Antonio Sena (alias Mammasantissima), per i quali Gatto era stato condannato alla pena dell’ergastolo. I due penalisti hanno espresso soddisfazione per il risultato raggiunto.