Narcotraffico internazionale, crollano le accuse nei confronti di Luciano Cordì

Operazione Edera, il Tribunale del Riesame scarcera il 41enne accogliendo in pieno la tesi difensiva sostenuta dall'avvocato Andrea Alvaro. Era accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e acquisto di droga

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di Redazione
5 luglio 2019
19:53
Un’aula di tribunale
Un’aula di tribunale

Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, accogliendo le argomentazioni del difensore, avvocato Andrea Alvaro, ha cancellato le accuse nei confronti di Luciano Cordì, 51 anni, di Gioia Tauro, arrestato nell’ambito della recente operazione Edera, coordinata dalla Procura della Repubblica Dda di Reggio Calabria. L’indagine è stata portata avanti con la collaborazione della polizia olandese, colombiana e della gendarmeria francese. La droga veniva importata dalla Colombia e dall’Ecuador, attraverso gli scali portuali di Anversa (Belgio), Rotterdam (Olanda) e Gioia Tauro (RC) nonché tramite trasporti su gomma, per poi essere destinata alla vendita nel nord Europa, in Canada e in Italia. Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati centinaia di kilogrammi di stupefacenti e arrestati due latitanti italiani che avevano trovato rifugio in Colombia.

 


Al Cordì veniva contestato il reato di partecipazione, con il ruolo di finanziatore, ad un’associazione per delinquere dedita al narcotraffico internazionale di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dell’ingente quantitativo e della transnazionalità del reato. Il reato, infatti, sarebbe stato commesso in Italia, Paesi Bassi, Belgio, Ecuador e Colombia.

 

Oltre all’imputazione associativa, al gioiese si contestava di avere acquistato, in concorso con altre persone indagate, un quantitativo imprecisato ed ingente di droga in Colombia, detenendola nella citta di Santa Marta. Lo stupefacente sarebbe stato destinato alla successiva importazione in Italia, non andata a buon fine per cause indipendenti dalla volontà degli indagati.

 

L’avvocato Alvaro, all’udienza camerale celebratasi martedì scorso, ha illustrato i rilievi difensivi tesi a dimostrare l’insussistenza del quadro di gravità indiziaria a carico del Cordì in relazione ad entrambe le imputazioni contestatigli. A scioglimento della riserva, il Giudice cautelare ha annullato l’ordinanza cautelare impugnata e disposto l’immediata scarcerazione del detenuto.

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