Perché milioni di migranti rischiano la vita sui barconi, pagando migliaia di dollari ai trafficanti di essere umani, e non si limitano a prendere un aereo diretto in Europa, magari chiedendo un semplice visto turistico? La domanda che in tanti si fanno ha una risposta secca: perché è impossibile. Se non sei nato nel Paese giusto, viaggiare non è scontato come lo può essere per qualunque cittadino europeo. Se poi sei nato in Africa praticamente non puoi andare da nessuna parte fuori dal Continente nero, a meno che tu non sia ricchissimo.

Qualche esempio lo fa un articolo del Corriere della Sera: «Con il passaporto italiano si possono visitare 174 Paesi. Con il passaporto senegalese soltanto 66, quasi tutti in Africa, nessuno in Europa. Con il passaporto somalo 44 Paesi, tra cui Haiti, Maldive, Mozambico, Malesia. Nessuna nazione in Europa. Con il passaporto siriano si possono visitare 38 Paesi, idem con il passaporto afghano. Molti siriani e afghani vorrebbero fuggire dalla guerra e dai talebani ma, semplicemente, non possono farlo, almeno per vie legali. O meglio, possono arrivare in Europa per vie illegali e poi, una volta qui, chiedere un visto umanitario. Ma prima devono rischiare la vita superando frontiere, muri, mari e spendere migliaia di euro. E così proliferano i trafficanti di uomini, che si fanno pagare profumatamente per rotte migratorie dove si rischia la morte. Proprio come successo ai migranti naufragati al largo di Crotone».

I requisiti per avere un visto, spiega il Corsera, sono quasi impossibili da mettere insieme per la maggior parte degli aspiranti migranti: «Al viaggiatore che vuole entrare in Italia è richiesto, ai fini del rilascio del visto, un’assicurazione medica di 30.000 euro valida per i Paesi Schengen per il rimborso delle spese mediche, l’assistenza e il rimpatrio in caso di morte o malattia». Come se non bastasse bisogna poi dimostrare di essere… ricchi: «Serve la prova della disponibilità di mezzi sufficienti per sostenere le spese di soggiorno. Le prove richieste possono essere, ad esempio, gli estratti bancari dei sei mesi precedenti. E soprattutto, si richiede una documentazione giustificativa della propria condizione socio-professionale. Si richiede, di fatto, che l’aspirante migrante sia benestante. Ed ecco perché, nella maggior parte dei casi, i visti non vengono concessi».

L’unica alternativa al rischio di una traversata sulla rotta turca o su quella proveniente dal Nordafrica, è sfruttare il decreto flussi, che fissa ogni anno le quote per l'ingresso di lavoratori stranieri in Italia per lavoro subordinato e per lavoro autonomo. Ma, oltre alla necessità di un'offerta occupazionale, il numero di migranti che ne può beneficiare, al netto della farraginosa trafila burocratica, è risibile rispetto a quanti premono sui confini d’Europa.