A quattro anni dall'operazione antimafia che aveva portato a numerosi arresti, la situazione resta critica nonostante gli sforzi delle forze dell'ordine
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
La Valle dell’Esaro, un’area collinare attraversata dal fiume Esaro, vive una crisi profonda a causa del radicamento crescente della criminalità organizzata e del traffico di droga. Si tratta di una problematica, che coinvolge diversi comuni del circondario. Territori influenzati, dal punto di vista criminale, dalla vicina Piana di Sibari e dalla costa jonica cosentina.
Valle dell'Esaro, aumentano i traffici illeciti
A quattro anni dall’operazione antimafia "Valle dell'Esaro", che aveva portato a numerosi arresti, la situazione resta critica. Nonostante l’incessante impegno delle forze dell’ordine - dai carabinieri alla polizia - che negli ultimi mesi hanno intensificato le perquisizioni e sequestrato quantità ingenti di sostanze stupefacenti, la presenza di traffici illeciti non accenna a diminuire.
Narcotraffico in crescita
L’ultimo episodio di rilievo si è verificato proprio a San Marco Argentano, dove le forze dell'ordine hanno individuato e sequestrato una piantagione di marijuana. L’operazione, come insegnano le tracce investigative degli ultimi anni, dimostra come la criminalità locale sia ormai radicata anche nelle aree limitrofe e abbia trasformato alcune zone in centri di produzione e smistamento di droga, un fenomeno che preoccupa particolarmente non solo per la persistenza del narcotraffico, ma anche per le sue conseguenze sociali che minano profondamente la vita della comunità.
Decadimento della società civile
La preoccupazione maggiore è rivolta alla fascia d’età più colpita, che va dai 15 ai 45 anni. Negli ultimi anni, l'età di accesso al consumo di droghe si è progressivamente abbassata, coinvolgendo un numero crescente di adolescenti e giovani adulti. Un dato che testimonia un evidente decadimento della società civile: mentre un tempo tali problemi erano contenuti o limitati a situazioni marginali, oggi ci si trova davanti a una vera e propria emergenza. Gli effetti della criminalità organizzata, amplificati da una rete di traffici sempre più estesa, creano una spirale di disagio e dipendenze che colpisce in modo trasversale diverse generazioni.
Avvisaglie in "Recovery"
Le investigazioni portate avanti dalla magistratura e dalle forze dell'ordine hanno evidenziato un progressivo allargamento della rete criminale. I primi segnali di questa crisi risalgono a inchieste precedenti, come l'operazione "Recovery", incentrata sul narcotraffico e che ha svelato il coinvolgimento di elementi appartenenti alla 'ndrangheta nella gestione dei traffici di stupefacenti nella zona di Cosenza e in altre aree della Calabria. Da tali operazioni emergono indicazioni allarmanti su come i gruppi criminali siano riusciti a instaurare un controllo capillare e radicato, che si estende anche alla Valle dell’Esaro, coinvolgendo la gioventù e le famiglie di queste comunità.
L'irruzione a scuola
Un altro episodio preoccupante, sempre a San Marco Argentano, avrebbe visto protagonista un giovane, che sarebbe entrato in un istituto scolastico per intimorire alcuni studenti, minacciandoli in merito a impegni presi legati allo spaccio. Questo caso, per quanto grave, sembra solo la punta dell’iceberg di una realtà più ampia. La comunità scolastica, infatti, è uno dei primi contesti in cui si manifestano i segni di questa problematica, con giovani che troppo spesso vengono trascinati in un vortice di comportamenti rischiosi e, in alcuni casi, devianti.
La magistratura non basta
La magistratura e le forze dell’ordine non possono vincere questa battaglia da sole. Serve il contributo di tutti: delle istituzioni locali, delle scuole, delle associazioni e soprattutto delle famiglie. Perché solo attraverso un impegno congiunto e una rete di supporto, è possibile arginare la diffusione della criminalità e del consumo di droga tra i più giovani. Occorrono politiche di prevenzione mirate, investimenti nell’educazione e nella formazione, e una presenza costante delle istituzioni per sottrarre il territorio all’influenza delle organizzazioni criminali. E le famiglie, in tutto ciò, devono essere il primo argine.