VIDEO | Occupati sia ingresso che uscita dello scalo, quindi il trasferimento a Reggio per un incontro in Prefettura. In un documento si chiede «un permesso di soggiorno per lavorare legalmente». Il giovane ferito da un'auto che tentava di uscire dai cancelli
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Il porto di Gioia Tauro è rimasto bloccato sia in entrata che in uscita da una protesta di alcuni migranti della Piana di Gioia Tauro che, intorno alle 7 di questa mattina, hanno raggiunto i Gate dello scalo gioiose con uno striscione nel quale chiedono “documenti per tutti”. Si tratta della manifestazione che prende avvio dall'associazione "Campagna in lotta" che in tutta Italia sta organizzando mobilitazioni di questo genere, associazione promossa anche da Veronica Padoan, figlia dell'ex ministro. Chiedono in particolare un incontro con la Prefettura che possa poi rappresentare il problema legato ai documenti al ministero dell'Interno.
Ferito un migrante
Un migrante è rimasto ferito da un'auto che tentava di uscire dal porto. Avrebbe una commozione celebrale e per questo è stato soccorso dai sanitari e ambulanza del presidio medico del Porto e condotto all'ospedale di Polistena. Fallita la prima mediazione. I migranti hanno rifiutato di spostarsi dal cancello di uscita per consentire ai lavoratori impiegati nel turno di notte di fare rientro a casa. Sul posto gli agenti della polizia. Intanto si registrano lunghe code di mezzi fino allo svincolo autostradale.
Intorno alle ore 10, i migranti hanno sciolto il blocco. Con un bus raggiungeranno Reggio Calabria per incontrare con una delegazione il prefetto.
Il Porto bloccato
Dopo la visita di ieri del patron di Msc, Gianluigi Aponte, dunque, questa giornata si prospetta diversa per gli operatori del Porto. Immediato l’intervento degli uomini della Gioia Tauro Port Security che, insieme al personale della Guardia di Finanza, hanno messo in sicurezza l’infrastruttura, non consentendo ai manifestanti di accedervi all’interno e stanno ora monitorando la situazione, in attesa dell’arrivo delle forze di polizia. È evidente come lo scalo non possa rimanere bloccato per molto tempo, poiché le attività devono immediatamente riprendere. Toccherà agli uomini della Polizia di Frontiera e del commissariato di Gioia Tauro provare a convincere i manifestanti a consentire il normale deflusso di auto e mezzi pesanti.
Le ragioni della protesta
Intanto vengono chiarite, attraverso un documento, le ragioni della protesta:
«Cari concittadini e concittadine di Rosarno, per Natale noi vogliamo quello che volete anche voi: un salario decente e un tetto sicuro sopra la testa. In più chiediamo solo un documento che ci permetta di vivere e lavorare qui legalmente. Tutte le cose semplici, le stesse di cui forse hanno bisogno anche i vostri figli che sono emigrati all’estero per costruirsi un futuro.
Ma siccome da noi al posto di babbo Natale che ci porta i regali arrivano solo i poliziotti che danno le mazzate; visto che le istituzioni ci negano il permesso di soggiorno, costringendoci a dormire in tende o container e a lavorare per pochi euro l’ora senza contratto, abbiamo deciso di scendere in strada e fare in modo che i nostri desideri non si possano più ignorare.
Ci scusiamo per il disagio, ma non abbiamo altra scelta! Per farci ascoltare dobbiamo bloccare, e sapete cosa? Dovreste farlo anche voi con noi! Voi che siete agricoltori, camionisti o operati del porto, voi che vivete nella precarietà e che fate fatica ad arrivare a fine mese, sapete che il vero problema di questo Paese non siamo noi immigrati!
I padroni e chi ci governa ci vogliono divisi per poter continuare ad arricchirsi sulle nostre spalle e usano il razzismo per metterci gli uni contro gli altri.
Oggi siamo qui per chiedere al Governo di darci un permesso di soggiorno: del resto lo vogliono anche gli agricoltori che non trovano abbastanza lavoratori! Senza di noi l’agricoltura di questo Paese non esisterebbe, per questo dobbiamo protestare per avere ciò che ci spetta: una casa, contratti di lavoro e soprattutto documenti!
Lasciate perdere lo shopping e il lavoro per oggi! Noi da qui non ci muoviamo e chiediamo solo la vostra solidarietà!»