Un genitore avrebbe riconosciuto il volto di sua figlia e si è rivolto alle forze dell’ordine. Ora cittadini e associazioni prendono posizione contro gli autori dell’abuso digitale e si schierano con le vittime: «Non siete sole»
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Nelle scorse ore Acri, nel cosentino, è stata scossa da quello che, se confermato, rappresenta un grave episodio di abuso digitale. Da quanto si apprende, infatti, almeno cinque ragazzi, tutti minorenni, utilizzando software di intelligenza artificiale, avrebbero generato circa 1.200 immagini, molte delle quali a sfondo sessuale, utilizzando i volti di quasi 200 coetanei, tra ragazze e ragazzi. Le immagini realizzate sarebbero state successivamente diffuse tramite l’app Telegram, coinvolgendo così in maniera indiscriminata giovani innocenti.
La scoperta del reato, sarebbe avvenuta in maniera del tutto fortuita, quando una delle immagini giunta nelle mani di un genitore che, riconoscendo il volto di sua figlia, avrebbe sporto denuncia alle autorità competenti, innescando così una reazione a catena: le famiglie dei minori coinvolti hanno quindi cominciato a denunciare l’accaduto.
Cos’è il deepfake
Il fenomeno (reato) in questione è il deepfake, cioè contenuti multimediali creati tramite algoritmi di intelligenza artificiale che, partendo da materiale reale – immagini e audio – sono in grado di modificare in maniera estremamente realistica le caratteristiche facciali, i movimenti del corpo e perfino di imitare fedelmente una voce. Se da un lato queste tecnologie possono trovare applicazioni positive, dall’altro oggi vengono purtroppo impiegate per realizzare manipolazioni sessualmente esplicite, spesso a danno di persone vulnerabili.
Le statistiche parlano chiaro: si stima che il 98% dei video deepfake presenti online abbia contenuti pornografici e che il 99% delle vittime siano donne. Non sono pochi i casi che hanno fatto scalpore negli ultimi mesi: a fine gennaio, immagini pornografiche raffiguranti Taylor Swift, generate artificialmente, sono diventate virali sui social, con una di esse che ha raggiunto 47 milioni di visualizzazioni su X (ex Twitter) prima della sospensione dell’account. Anche nomi come Giorgia Meloni, Michelle Obama, Scarlett Johansson ed Emma Watson sono stati bersaglio di queste manipolazioni.
Deepfake ad Acri: le reazioni di cittadini e associazioni
Ad Acri l’indignazione per il fenomeno del deepfake, ha generato una serie di reazioni postate attraversi i social. Tra queste quella di un genitore: «Tristemente in questa soleggiata mattina di fine febbraio mi trovo a scrivere parole su qualcosa che neanche nei miei incubi ho mai immaginato! A 48 ore quasi dal caos che ha interessato la nostra città sento solo il cinguettare degli uccellini che con il primo sole fanno ritorno a casa. Io ho fatto ritorno nella mia città perché anche per me era Casa, luogo sicuro e ora mi sento frastornata, indignata, arrabbiata furiosamente!»
«Sono una mamma ma principalmente sono una donna – si legge – e quello che è accaduto ha violato la mia anima. Leggo negli occhi delle nostre figlie inquietudine, incertezza ma principalmente avverto, almeno in alcune di loro, la necessità di urlare al mondo che lo stupro non è solo nel corpo, che le battaglie non si fanno inaugurando panchine rosse o con corsi sul cyberbullismo!!! Ed io, nonostante il silenzio di chi avrebbe dovuto difenderle, voglio dire a tutte che in quanto donna vivo la loro disperazione e voglio che sappiano che sarò sempre accanto a loro e urlerò per quanto i miei polmoni possano permetterlo. NON SIETE SOLE».
A prendere posizione su quanto accaduto, anche la sezione acrese dell’Associazione Fidapa: «I comportamenti hanno senso e valore - si legge in una nota - . La loro direzione non può prescindere dal rispetto e dignità verso cui vengono rivolte.Ciò che è accaduto non può lasciarci fermi e silenti. La nostra associazione, la cui finalità è la valorizzazione della donna ma in primo luogo della dignità umana, sostiene le vittime di un' azione che viola la libertà. No al deep fake».
A prendere posizione anche lo sport, con la societa di calcio dell’Acri Academy che nelle scorse ore ha diffuso una nota: «Acri Academy prende una posizione netta contro l’uso dei deepfake, una tecnologia sempre più diffusa che può essere utilizzata per manipolare immagini e video, diffondere fake news e danneggiare la reputazione di persone e organizzazioni.
Lo sport è sinonimo di lealtà, trasparenza e rispetto. Valori che difendiamo dentro e fuori dal campo. Per questo, condanniamo fermamente qualsiasi utilizzo distorto della tecnologia che possa minare la fiducia e l’integrità.
Invitiamo i nostri atleti, tifosi e tutta la comunità a informarsi su questi fenomeni e a segnalare eventuali contenuti falsi che potrebbero circolare. Solo insieme possiamo combattere la disinformazione e proteggere la verità».