Secondo l’accusa vi era una sproporzione tra il patrimonio accumulato e i redditi dichiarati. La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa e annullato senza rinvio il decreto che disponeva la misura cautelare
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Il Tribunale di Prevenzione di Catanzaro ha disposto la restituzione di tutti i beni oggetto di sequestro all’imprenditore di San Marco Argentano Roberto Domenico Sarro, a seguito dell’annullamento senza rinvio del decreto di sequestro eseguito il due dicembre 2021.
I beni dell’imprenditore, costituiti da società immobiliari e commerciali, erano stati sequestrati sul presupposto della esistenza di una macroscopica ed accertata sproporzione (oltre 6 milioni di euro) tra il patrimonio accumulato ed i redditi dichiarati dal proposto, nonostante parte consistente degli investimenti fosse stata effettuata con compagini societarie operanti in diversi settori imprenditoriali, aventi sede in tutto il territorio nazionale. Già con provvedimento del 24 febbraio 2024 il Tribunale di Prevenzione aveva rigettato la richiesta di applicazione della misura di prevenzione personale richiesta nei confronti del Sarro, difeso dal professore Mario Murone, ma aveva disposto la confisca di parte del suo patrimonio per la accertata sproporzione.
La Suprema Corte di Cassazione, sesta sezione penale, ha infine accolto il ricorso proposto dal professore Murone annullando senza rinvio il decreto di sequestro e disponendo l’immediata restituzione di tutti beni a Sarro, provvedimento eseguito su disposizione del Tribunale della prevenzione.