Ormai è ufficiale: dal 4 maggio si potrà tornare a fare… sesso. Fuori casa. A patto che si faccia con “affetti stabili”. Il Governo cammina sulla corda sospesa dei suoi stessi decreti e spesso rischia di rimanerci impiccato.
Per tutta la giornata i media italiani hanno messo in secondo piano la crisi economica, i nuovi contagi, i decessi, l’andamento della pandemia. L’unica cosa che sembrava interessare all’opinione pubblica era cosa intendesse Conte quando ieri sera ha detto che con la fase 2 sarebbe stato possibile andare a trovare i propri “congiunti”.

 

E se nessun dubbio è venuto a chi non vede l’ora di ritrovare i propri nonni, genitori, nipoti e zii, in altri milioni di italiani l’unica domanda che tornava ad arrovellare i cervelli provati dalla quarantena era: posso andare a trovare la mia/mio fidanzata/fidanzato? Implicito che se vai a trovare il partner dal quale sei separato da due mesi, non ci vai solo per chiedergli “come va, amore?”. Sì, ci vai anche per quello, certo. Ma non solo. Dopo due mesi di astinenza, urge quagliare.
“Ma secondo te, noi rientriamo tra i congiunti?”, si chiedono da 24 ore milioni di coppie, molti giovanissimi ma non solo, costretti a comprimere o sfogare in altri modi uno degli istinti primordiali.

 

Sì, ok, abbuffarsi e ingrassare in nome della Resistenza casalinga. Guardare le serie tv a palla o magari acculturarsi visitando i musei virtuali e facendo incetta di libri. Sì ok, tutto soddisfacibile. Ma come la mettiamo con quell’altro istinto? Quello che necessità di cooperazione, consensualità e ineluttabile vicinanza?
In serata è arrivata la precisazione del Governo: «Lo diremo meglio nelle faq, ma non significa che si può andare a casa di amici, a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive».

 

Pare un po’ fissato con le feste, Conte. Ieri, in conferenza stampa, ha ammonito almeno tre volte che non ci potranno essere “party”. E chi se ne frega. Avranno pensato i milioni di cui sopra con gli ormoni a mille. “Dicci quello che vogliamo sentire…”, ma non l’ha detto. È dovuto passare un giorno intero prima che l’amore venisse sdoganato tra i motivi dell’autocertificazione.

 

Tutto bene quello che finisce bene? Per niente. La partita non è chiusa. Perché, sappiatelo, voi che in questo momento state controllando quanti condom vi sono rimasti nel cassetto della camera da letto. Leggete bene: incontri ammessi solo tra “affetti stabili”. Dunque restano fuori le relazioni occasionali, Tinder, i trombamici (in questo caso c’è una diatriba interpretativa in corso), le chat galeotte di Facebook. Oltre all’autocertificazione dovrete munirvi di fiori (e i fiorai sono ancora chiusi), cioccolatini (vallo a trovare un bar aperto), anello di fidanzamento (non ne parliamo).

 

Più facile, dunque, chiedere a lei di venirvi a trovare, perché per fasulla definizione retorica non hanno “secondi fini” (ma de che?). E magari chiederle pure di passare in farmacia, perché i condom che avete nel cassetto ormai sono tutti scaduti.
Per dirla tutta, ovviamente il sesso non è compreso esplicitamente nel nuovo Dpcm, che impone comunque l’uso di mascherine e la distanza sociale per tutti, senza distinzioni. Quindi toccherà organizzarsi. E dimenticarsi del vecchio missonario.