Come capo promotore dell’associazione viene indicato Francesco Orazio Desiderato. Nei guai anche il fratello e la cognata. Ecco i beni intestati fittiziamente in Calabria e Lombardia
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Ci sono anche sei indagati del Vibonese nell’operazione coordinata dalla Dda di Milano contro il narcotraffico. In carcere è finito Francesco Orazio Desiderato, 50 anni, di Nicotera, residente a Barlassina (Mi), mentre il gip ha disposto gli arresti domiciliari per: Marco De Gaetano, 48 anni, di Nicotera, residente a Milano; Giuseppe Desiderato, 43 anni, di Nicotera; Anastasia Ienuso, 42 anni, di Nicotera; Saverio Lo Mastro, 61 anni, di San Gregorio d’Ippona, residente a Desio. Indagato a piede libero Pantaleone Pelaia, 61 anni,di Limbadi.
Le accuse e i ruoli
Francesco Orazio Desiderato (ritenuto da sempre vicino al clan Mancuso) viene collocato dal gip e dalla Dda di Milano al vertice di un’associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico (cocaina, hashish e marijuana). In particolare sarebbe stato il promotore e l’organizzatore del narcotraffico, dando ordini agli associati ed acquistando cocaina e hashish in quantità elevate, determinando il prezzo dello stupefacente e gestendo le somme di denaro provento dell’attività illecita.
A lui si sarebbero rivolti gli altri associati per essere autorizzati a rivendere lo stupefacente. Per gestire i rapporti con i fornitori, Francesco Orazio Desiderato avrebbe utilizzato diverse applicazioni di messaggistica istantanea come WhatsApp, FaceTime e la piattaforma criptata denominata SkyEcc. Di persona, invece – approfittando delle ore di permesso a lui concesse dal Tribunale di Sorveglianza di Milano – avrebbe gestito il narcotraffico recandosi in un demolitore di auto in via Girardengo a Milano (luogo ritenuto la base operativa dell’organizzazione), dotato di un sofisticato impianto di vigilanza video che gli garantiva il monitoraggio costante dell’intera area.
Tra la fine del 2022 e l’inizio dell’anno 2023, Francesco Orazio Desiderato è poi accusato di aver ceduto cinque chili di hashish a Pantaleone Pelaia (indagato a piede libero) che li destinava alla successiva rivendita. Francesco Orazio Desiderato deve rispondere anche del reato di usura per un prestito di 60mila euro elargito in contanti e per il quale di sarebbe fatto consegnare in 15 giorni l’ulteriore somma di seimila euro. Su altro prestito di 200mila euro, Desiderato si sarebbe fatto restituire in un anno la somma complessiva di 500mila euro comprensiva anche di orologi di lusso e attività edili.
Marco De Gaetano viene invece indicato quale persona di fiducia di Francesco Orazio Desiderato. Assunto formalmente nella ditta di autodemolizione intestata a Giuseppe Desiderato, De Gaetano avrebbe svolto le funzioni di “tesoriere”, occupandosi materialmente della custodia, ricezione e consegna del denaro ricavato dagli affari illeciti. Il narcotraffico sarebbe iniziato nel 2020 con commissione dei reati all’estero e in provincia di Milano e Monza. De Gaetano si sarebbe occupato anche delle bonifiche degli apparati elettronici per le intercettazioni ambientali installati dagli investigatori nell’attività commerciale di via Girardengo a Milano, nonché nelle auto in uso ai sodali dell’organizzazione. Unitamente alla compagna, Maria Savelieva, avrebbe custodito “le scorte di denaro di provenienza illecita ottenute con la compravendita dello stupefacente”.
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