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Dare un aiuto concreto alle donne, in particolar modo alle vittime di violenza di genere. Questo l’impegno portato avanti dall’associazione Artemisia Gentileschi, ribadito ad Amantea nell’ incontro alla vigilia della festa internazionale della donna.
Tra le mura di Palazzo de “Le Clarisse” ha risuonato forte la testimonianza di Filomena Lamberti. Nel 2012 vittima del marito che la sfigurò con l’acido muriatico. Oggi Filomena racconta la sua storia in giro per l’Italia, dando forza ad altre donne, ritenendosi fortunata di non essere stata l’ennesima vittima di femminicidio. Anche se è stata privata per sempre di una parte di sé, anche se il carnefice che adesso è tornato in libertà ha tentato di annientare la sua identità. «Prima di fuggire di casa e dai maltrattamenti, prima di denunciare- spiega ai microfoni di LaC News24 – rivolgetevi ai centri anti-violenza, sapranno indicarvi la strada».
«Se ne può uscire»
«Le donne in difficoltà hanno bisogno di essere condotte per mano verso la via della libertà. È questo il fine concreto che noi dell’Associazione Artemisia Gentileschi perseguiamo, aldilà delle riflessioni che possono nascere dagli incontri che organizziamo – precisa il Presidente Rosangela Cassano».
Il Convegno inoltre è stato un’occasione per presentare un progetto che coinvolgerà diversi comuni e offrirà un aiuto vero alle vittime di violenza, una casa di fuga segreta e protetta. Oggi l’Associazione aderisce allo sciopero indetto da Di.Re (Donne in Rete Contro la Violenza) per dire basta, ribellarsi e dare un calcio alla violenza di genere.
Erica Cunsolo