Imputato è Michele Cavallo accusato dalla procura pitagorica della morte di Mariella Tamborrino che morì nel settembre 2012. Già in primo grado era stato assolto
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La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, rigettando l’appello proposto dal pubblico ministero, ha confermato la sentenza di non luogo a procedere emessa del Giudice dell’udienza preliminare presso il tribunale di Crotone nei confronti di Michele Cavallo, accusato di omicidio volontario, sequestro di persona, lesioni volontarie e violenza privata nei confronti di Mariella Tamborrino, la giovane avvocatessa di Crotone che nel settembre 2012 volò dal quinto piano di un palazzo nel centro di Crotone rimanendo uccisa sul colpo.
In un primo momento la Procura della Repubblica di Crotone aveva ipotizzato, a carico del Cavallo, il reato di istigazione al suicidio per aver indotto la Tamborrino – alla quale era legato da una relazione sentimentale – a gettarsi dal quinto piano di casa sua.
Nel corso dell’udienza preliminare il Pubblico ministero aveva poi rivisto la sua posizione, contestando all’imputato il diverso reato di omicidio volontario. Nel corso dell’udienza dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, il procuratore generale, al termine di una articolata requisitoria, ha concluso per il rigetto dell’appello proposto dal pubblico ministero di Crotone, riconoscendo la assoluta correttezza della sentenza di proscioglimento da tutti i reati del primo Giudice.
A distanza di ben nove anni e a seguito di una complessa udienza preliminare in primo grado in cui, su impulso della difesa del Cavallo - rappresentata in entrambi i gradi di giudizio dagli avvocati Franco Sammarco, Anna Spada e Paolo Sammarco - il Gup è dovuto intervenire più volte sollecitando il Pubblico ministero a specificare e circostanziare meglio l’imputazione di omicidio, l'estraneità di Michele Cavallo alle accuse contestate è stata confermata anche dalla Corte d’Assise d’Appello.