La Procura Generale aveva chiesto una condanna ad otto anni di reclusione, ma la Corte d’Appello di Catanzaro ha deciso invece per una sentenza di assoluzione con la formula più ampia. Ancora una volta Francesco Modesto è stato dunque prosciolto dalle accuse di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

L'incubo iniziato nel 2016

L’incubo per l’ex giocatore di serie A, oggi allenatore appena ingaggiato dal Crotone, era iniziato all’alba del 30 agosto 2016 quando era stato arrestato e condotto in carcere su richiesta della Procura Distrettuale, nell’ambito dell’operazione Laqueo. Un collaboratore di giustizia, Roberto Violetta Calabrese, aveva raccontato ai magistrati che Modesto impiegava gli ingenti capitali guadagnati sui campi di calcio per prestare soldi a strozzo attraverso esponenti della cosca Lanzino-Cicero.

Sedici giorni in cella

Accuse smontate dagli avvocati Leo Sulla del foro di Crotone e Pasquale Marzocchi del foro di Cosenza. Modesto si era subito dichiarato estraneo ad ogni addebito, dichiarandosi vittima del pentito, che aveva denunciato per truffa. Nell’immediatezza dell’arresto l’ex calciatore ha dovuto subire anche 16 giorni di carcerazione preventiva. Il provvedimento restrittivo era stato poi revocato dal Tribunale della Libertà. In primo grado Modesto, ammesso al beneficio del rito abbreviato, è stato assolto dal Gup di Catanzaro. Adesso anche la Corte d'Appello ha ribadito il verdetto di non colpevolezza.