Soldi dovuti ma non trasferiti, che il Comune di Crotone ora chiede al Governo di versare. E lo fa con una diffida, affinché le risorse aggiuntive spettanti vengano al più presto trasferite nelle casse comunali. Somme per decine di milioni di euro, sostiene il sindaco Vincenzo Voce, che negli ultimi 10 anni dovevano essere erogate all’ente ma che non sono mai arrivate.

Somme non trasferite

«Si tratta di trasferimenti che, ai sensi del cosiddetto federalismo fiscale, il Governo è tenuto a corrispondere alle comunità locali sulla base del principio di perequazione delle differenze della capacità fiscale, finalizzati a ridurre adeguatamente le differenze tra territori con diverse capacità fiscali per abitante» spiegano da piazza della Resistenza. «Per citare qualche dato, solo nel 2015, questi mancati trasferimenti alla città di Crotone ammontano a 6 milioni e mezzo di euro, poi ce ne sono altri 4 milioni e mezzo relativi al 2016» spiega Voce.

Differenze tra Nord e Sud

Il Comune di Crotone avrebbe dunque incassato meno del dovuto: la cosiddetta spesa storica dell’ente (quanto realmente speso in un anno per l’offerta dei servizi ai cittadini) – sulla quale si sono basati i trasferimenti - è più bassa rispetto alla spesa standard, che misura il fabbisogno del territorio in base alle caratteristiche territoriali e agli aspetti socio-demografici della popolazione residente.

Ne deriva uno scarto negativo (di risorse non corrisposte), che rappresenterebbe un’anomalia tutta meridionale, dalla quale emergerebbe una più generale disparità di trattamento tra il Nord e il Sud Italia, già rilevata dal Comune di Catanzaro, che prima di Crotone aveva diffidato il Governo per le stesse ragioni. La richiesta dunque è che la distribuzione delle risorse avvenga in maniera più equa.

«È un problema di giustizia sociale tra due Italie che viaggiano a due velocità differenti e questo è uno dei motivi principali per cui l’Italia meridionale resta indietro» aggiunge il sindaco.

La diffida

Da piazza della Resistenza è così partita la diffida al Governo «a voler adottare le misure idonee ad attuare l’obbligo in capo allo Stato di trasferimento delle corrette risorse aggiuntive per l’amministrazione comunale con riferimento agli anni pregressi (2011 – 2020) entro e non oltre sessanta giorni decorrenti dalla ricezione della diffida stessa».
Risorse finanziarie che, nel corso degli anni, avrebbero consentito una migliore erogazione di servizi fondamentali in settori come il welfare o i servizi sociali e che «incidono anche sullo sviluppo di un intero territorio».