L'ong spagnola risponde alle accuse delle autorità italiane dopo lo sbarco nel porto pitagorico
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«Questa procedura è del tutto ingiustificata, poiché i 3 salvataggi effettuati sono stati coordinati dalle autorità italiane e seguiamo tutte le indicazioni ricevute dal Centri coordinamento marittimo». Così la ong spagnola Open Arms replica alle accuse in base alle quali le autorità italiane hanno disposto il fermo amministrativo della nave che ieri ha sbarcato a Crotone 57 migranti soccorsi il giorno prima nelle acque del Mediterraneo.
Dopo lo sbarco | Scatta il fermo amministrativo per la Open Arms arrivata a Crotone con 57 migranti a bordo
Dopo lo sbarco personale di Polizia di Stato, guardia di finanza e Capitaneria di porto di Crotone è salito a bordo della Open Arms per contestare una serie di violazioni al decreto Piantedosi che hanno causato l'emissione di un fermo amministrativo di 20 giorni. La Open Arms venerdì aveva soccorso in acque internazionali 3 piccole imbarcazioni partite dalla Libia e si era poi spostata su un quarto evento.
Tra le contestazioni ci sono l'aver ostacolato una motovedetta libica durante un soccorso ad una imbarcazione e di non aver adempiuto alle indicazione del Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo italiano. «Rispettiamo tutte le indicazioni ricevute da Mrcc di Roma - dice in un video postato sui social Oscar Camps, fondatore della ong - incluso quella che ci ordinava di andare a vedere una quarta imbarcazione alla deriva per verificare la condizione delle persone che si trovavano a bordo». Camps aggiunge: «In mare lo Stato di diritto è stato sospeso, le navi umanitarie operano senza un quadro giuridico chiaro, quindi è impossibile garantire la sicurezza e i diritti di coloro che cercano di attraversare il mare in una situazione di vulnerabilità».