Alla sbarra 11 presunti esponenti dei clan Cerra-Torcasio-Gualtieri. Il tribunale lametino ha assolto cinque imputati
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Sei condanne e cinque assoluzione. Quest l'esito del processo contro le cosche Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme nato dall'inchiesta chiamata "Crisalide". Il collegio del tribunale lametino ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti degli imputati Danilo Fiumara condannato a 14 anni di reclusione; Flavio Bevilacqua 9 anni; Giuseppe Costanzo 14; Piero De Sarro 15 anni; Antonia De Biase 3 anni e 6 mesi; Giuseppe Paladino, ex presidente del Consiglio comunale di Lamezia Terme 6 per concorso esterno assolvendolo per il reato politico elettorale di cui al capo 2 bis.
I giudici, invece, hanno assolto Vincenzo Strangis difeso dagli avvocati Salvatore Cerra e Antonio Larussa; Antonio Torcasio difeso dall’avvocato Canzoniere; Ivan Di Cello, avvocato Larussa; Alfonso Calfa, avvocato Veneziano; Alex Morelli difeso, avvocato Larussa
Il processo scaturisce dall’omonima operazione eseguita nel 2017 dai militari del Comando provinciale dei Carabinieri di Catanzaro su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 52 affiliati alla cosca 'ndranghetista Cerra – Torcasio - Gualtieri per reati quali associazione di tipo mafioso, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina. La maggior parte degli imputati hanno optato per il rito abbrevisto.
In particolare, l’accusa per Paladino è quella di avere usufruito dell’appoggio del clan nelle amministrative del maggio 2015 mettendosi a loro disposizione. L’ex membro dell’assise è accusato di concorso esterno con il padre Giovanni e con l'ex consigliere comunale Pasqualino Ruberto, i quali però sono stati assolti il 15 maggio scorso nel corso del processo con rito abbreviato del quale si attendono ancora le motivazioni.
Il pm Andrea Buzzelli ha chiesto l'assoluzione per Giuseppe Paladino, invece, in merito all'accusa di avere violato il testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali, per avere imposto, in concorso con altre persone, il voto in suo favore con violenza fisica e psicologica.
Nel processo si sono costituiti parti civili in questo processo sono, tra gli altri, il Comune di Lamezia Terme, rappresentato dall'avvocato Caterina Restuccia, il Consiglio dei ministri, rappresentato dall'Avvocatura dello Stato, l'Associazione antiracket lametina, la comunità Progetto Sud.