L’emergenza pandemica non sta risparmiando le carceri calabresi. Nella struttura di Catanzaro è scoppiato un focolaio epidemico, che ha provocato la morte di due detenuti. Su quanto accaduto c’è anche un’indagine giudiziaria, per accertare eventualità responsabilità. Una delle vittime era un uomo di Rocca di Neto, circostanza che ha spinto il garante dei detenuti di Crotone, Federico Ferraro, a intervenire sulla vicenda.

Tamponi e vaccini

Dopo aver già espresso cordoglio e vicinanza alle famiglie, ricordando di non avere competenza su Catanzaro, Ferraro si dice preoccupato e convinto che, a livello generale, serva maggiore prevenzione, innanzitutto con un’opera di monitoraggio costante su tutta la popolazione carceraria: «Considerare il carcere come luogo di profilassi è indispensabile per tutti coloro che vi gravitano, non solo per le persone recluse, ma anche per il personale e gli educatori».

Fondamentale, per Ferraro, garantire anche la somministrazione del vaccino, che in Calabria ha fatto registrare ritardi: «Prima nel piano regionale non era contemplata un’opera di vaccinazione per le persone recluse, ora invece è già iniziata e anche a Crotone è realtà».

Problema sovraffollamento

Ma la vera sfida è mantenere il distanziamento in strutture spesso al limite della capienza: «Rendere compatibile il sovraffollamento con il distanziamento minimo di sicurezza è una scommessa difficile, per questo è necessario l’accesso alle misure alternative, soprattutto quando si è a fine pena». Servirebbe dunque un intervento da parte del ministero «che risolva il problema alla fonte, sia per quanto riguarda il sovraffollamento che sulla garanzia di un monitoraggio continuo e costante».