Questo pomeriggio convocata una riunione in Prefettura per discutere le misure da adottare per limitare il diffondersi dell'epidemia. Grande apprensione nelle istituzioni
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La catena di contagi innescati nei quartieri a sud di Catanzaro desta serio allarme nelle istituzioni, tant'è che questo pomeriggio è stata convocata una riunione in Prefettura per discutere del caso e all'esito della quale, con ogni probabilità, saranno assunte misure per limitare il diffondersi dell'epidemia.
Focolaio di viale Isonzo
Per ora molto resta sotto traccia, ancora non si conoscono i numeri ufficiali del focolaio che si sta estendendo a macchia d'olio, in particolare, nell'area di viale Isonzo, quartiere densamente popolato dalle comunità rom. «Si sono riscontrati diversi casi positivi in traversa Isonzo, quello che comunemente viene definito quartiere Pistoia ma anche in viale Isonzo 222» ha confermato Maurizio Caligiuri, presidente dell'associazione Arte di Parte.
Cinque ricoveri in poche ore
Complessivamente, dodici i casi accertati attraverso la somministrazione di tampone molecolare ma molto più alti i numeri di residenti risultati positivi ai test rapidi e di cui si attende conferma in queste ore. Già in quattro domenica sono stati ricoverati in gravi condizioni nel reparto di Malattie Infettive dell'ospedale Pugliese di Catanzaro e un altro è stato trasferito questa notte: «Si tratta di un ragazzo è stato colpito da una febbre alta e al momento risulta che sia ricoverato in ospedale».
Tutto sospeso
In via precauzionale il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha sospeso l'attività didattica in presenza in due istituti comprensivi della zona: Casalinuovo e Mattia Preti. Ma anche le attività dell'associazione volontaria Arte di Parte sono state temporaneamente interrotte: «Abbiamo sospeso perché tra l'utenza che generalmente noi gestiamo ci sono casi positivi. In modo precauzionale abbiamo deciso di interrompere le attività di fronte office. Tuttavia, abbiamo sentore e vediamo con i nostro occhi - ha aggiunto Caligiuri - che da quando c'è stato il primo caso nella comunità rom con estrema disciplina si evitano assembramenti».