VIDEO | Nella provincia pitagorica si registrano 357 casi attivi, dei quali 22 ricoverati. Fondamentale il lavoro delle Usca, che seguono i pazienti a domicilio. Resta alta l’attenzione sulla cittadina Crotonese dove si è registrato un improvviso incremento dei positivi
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Sono 357 i positivi al Covid-19 attualmente attivi nella provincia di Crotone, che da inizio pandemia a oggi ha fatto registrare complessivamente 2251 casi e 37 decessi. Numeri contenuti rispetto ai dati delle altre province calabresi, ma che non consentono distrazioni. «Bisogna continuare a mantenere i livelli di attenzione elevatissimi e a diffondere un messaggio di prevenzione assoluta: uso delle mascherine, distanziamento e lavaggio delle mani» tiene a sottolineare il direttore generale facente funzioni dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone, Francesco Masciari.
Preoccupazione a Cirò Marina
E l’attenzione resta alta su Cotronei e Roccabernarda, dopo i noti focolai sviluppatisi in due strutture per anziani, che sono stati tenuti comunque sotto controllo: ad oggi nelle due comunità si registrano, rispettivamente, 65 e 49 positivi. E da qualche giorno c’è preoccupazione a Cirò Marina, dove si contano 15 casi attivi, dopo un banchetto organizzato poco prima di Natale. Comune e Asp sono al lavoro per le attività di tracciamento, al fine di contenere la diffusione del contagio. La macchina per processare i tamponi, arrivata all’ospedale pitagorico a fine novembre, si sarebbe rivelata utile per velocizzare le operazioni ma non è ancora entrata in funzione. Così, i test molecolari continuano ad essere inviati al laboratorio del Pugliese Ciaccio di Catanzaro, dove confluiscono anche quelli del catanzarese e del vibonese.
Il lavoro delle Usca
Stando all’ultimo bollettino dell’Asp, diramato nella serata di ieri, ad oggi sono 22 i ricoverati nell’ospedale San Giovanni di Dio, il cui reparto Covid è stato potenziato anche grazie all’arrivo di Emergency. 335 i soggetti in isolamento domiciliare.
«Dai primi di ottobre, sono stati 1860 i pazienti seguiti a domicilio» ha spiegato la dottoressa Maria Pompea Bernardi responsabile delle Usca dell’Asp di Crotone, che ieri è stata la prima a ricevere il vaccino anti-Covid nel nosocomio pitagorico. Solo per una quarantina di soggetti, nello stesso periodo, si è reso necessario il ricovero in ospedale, mentre «tutti gli altri sono stati assistiti a domicilio con risultati positivi». Segno che la medicina territoriale funziona: «Se vogliamo evitare – ha aggiunto - che i pazienti si accalchino nei pronto soccorso, bisogna intervenire a domicilio. Tra l’altro è stato universalmente accettato che la cura a domicilio è efficace».