Come disposto dalla Regione Calabria usata anche la parte che era stata accantonata per i richiamo. Il neo commissario Sperlì individua una soluzione per analizzare i tamponi molecolari in autonomia
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone ha completato la prima fase della campagna vaccinale anti-Covid. Secondo quanto riferitoci dal neo commissario, Domenico Sperlì, sono stati infatti tutte somministrate le 3410 dosi di vaccino inviate dalla Regione Calabria. Sono dunque stati vaccinati gli operatori sanitari – che avevano aderito al programma prenotandosi sul portale dedicato – sia a livello ospedaliero che territoriale. A ricevere il siero anche il personale delle strutture sanitarie e residenziali (ospiti compresi) presenti sul territorio provinciale. Sperlì ha inoltre chiesto un quantitativo ulteriore di dosi da destinare a «soggetti considerati a rischio, ovvero soggetti che lavorano in strutture convenzionate e che vanno sottoposti a vaccinazione».
Utilizzate tutte le dosi inviate
A differenza di quanto inizialmente stabilito, su indicazioni della Regione, l’Asp ha utilizzato anche il 30% delle dosi che era stato accantonato per la fase di richiamo, che va effettuata come noto al 21esimo giorno dalla prima somministrazione. E proprio oggi, tra l’altro, i medici crotonesi che avevano partecipato al V-Day del 27 dicembre scorso a Catanzaro, hanno ricevuto la seconda dose di vaccino.
Macchina tamponi verso l’utilizzo
Buone notizie sembrano arrivare anche in merito all’attivazione della famosa macchina per processare i tamponi molecolari, in dotazione all’ospedale cittadino dal dicembre scorso, ma ferma a causa di diverse criticità, relative anche alla carenza di risorse umane e all’individuazione di locali idonei in cui allocarla.
In attesa di una soluzione logistica definitiva, proprio oggi, Sperlì ha inteso accelerare le procedure e, a seguito di un incontro con i dirigenti interessati, ha firmato una deliberazione con cui individua una soluzione ponte affinché entri presto in funzione: il processo sarà gestito dall’Unità di Laboratorio Analisi del San Giovanni di Dio «fermo restando il necessario supporto di personale da dedicare allo scopo». La responsabilità dell’avvio dell’apparecchiatura è attualmente assegnata al direttore medico del presidio ospedaliero.
Lo strumento, a elevata capacità, consentirebbe all’Asp di Crotone di diventare autonoma nelle attività di screening, velocizzando le procedure e facilitando le attività di tracciamento. Per questo, si spera che, dopo i numerosi annunci delle settimane scorse, questa sia la volta buona.